Plastica. Dal World Economic Forum la “New Plastic Economy”

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Quaranta tra le più grandi aziende al mondo riunite a Davos, sembrano giunte ad un accordo comune per limitare gli effetti dei rifiuti di plastica sull’ecosistema globale, in particolar modo sugli oceani: si chiama “New Plastic Economy” ed è un piano annunciato oggi durante il World Economic Forum in Svizzera, dove i potenti dell’economia mondiale si sono incontrati a pochi giorni dall’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca. Per il neopresidente degli Stati Uniti, le questioni ambientali sono state finora oggetto di critiche asperrime dai suoi oppositori.
“Gli oceani del pianeta sono già pericolosamente inquinati – si legge in una nota – e conterranno più rifiuti di plastica che pesci entro il 2050, se non si interviene con urgenza”. E per rispondere ad un appello lanciato lo scorso anno dalla Fondazione Ellen Mc Arthur, alcune multinazionali come Unilever e Procter and Gamble si sono già impegnate ad aumentare il riciclaggio e ridurre l’uso generale di plastica in prodotti ed imballaggi.
I dati emersi durante il meeting, indicano come il 20 per cento della produzione di plastica dell’intero Pianeta potrebbe essere proficuamente riutilizzato e un ulteriore 50 per cento riciclato, perfettamente in grado di sostituire i rifiuti solidi che invece infestano le discariche e uccidono la fauna selvatica in mare. Seppure anche in quel caso, “senza riprogettazione e innovazione, il restante 30 per cento in peso degli imballaggi in plastica non potrà mai essere riciclato e l’equivalente di 10 miliardi di sacchetti di immondizia all’anno sarà destinato a discarica o l’incenerimento”.
“La “New Plastic Economy” ha attirato un ampio sostegno – conferma il mondo delle aziende – e in tutto il settore stiamo rilevando un forte impulso comune in questa direzione”, ha detto Ellen MacArthur. La più grande velista donna di tutti i tempi è una presenza regolare al World Economic Forum di Davos, insieme a celebrità come Matt Damon.