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Il caso del faro di Porto Marghera: 72mila watt che squarciano il cielo a 12mila metri
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Il faro, visibile a 100 chilometri di distanza, non è sfuggito alla critica di cittadini e associazioni. Aperta una petizione online che ne chiede lo spegnimento e inviata una lettera aperta, indirizzata al Sindaco di Venenzia Brugnaro, da parte del presidente Unione Astrofili Italiani.

La striscia

Elena Livia Pennacchioni
Elena Livia Pennacchioni
Vedo il mondo da 1 metro e 60, l'altezza al garrese del mio Attila. Sono l'addetta stampa della biodiversità, romana di nascita e veronese d'adozione, ma con il cuore ha in Umbria. Scrivo di animali, piante e qualche volta di come l'uomo riesce a salvarli!

Il 15 gennaio scorso fu acceso il maxi-faro ‘Ramses II’, che con i suoi 72mila watt di potenza avrebbe dovuto celebrare i 100 anni storia del polo industriale veneziano di Porto Marghera. Ma con l’accensione del faro illuminante allo xenon, che arriva fino a 12mila metri di quota, sono divampate subito anche le polemiche. Il faro di Marghera, visibile a 100 chilometri di distanza, non è sfuggito alla critica di cittadini e associazioni, guadagnando una petizione online che ne chiede lo spegnimento. Molto partecipata peraltro e guidata da Silvano Tocchet, presidente degli Astrofili di Vittorio Veneto, che cita l’articolo 9 della legge regionale contro l’inquinamento luminoso che renderebbe Ramses II illegale. A dare man forte a chi ne chiede lo spegnimento, è arrivata oggi la lettera aperta di Mario Di Sora, presidente nazionale dell’Unione Astrofili Italiani, indirizzata al sindaco di Venezia Luigi Brugnaro.

IL FARO DI MARGHERA, LA LETTERA – “Ritengo – scrive Di Sora – anche in considerazione del delicato equilibrio ecologico dell’ambiente lagunare, che la scelta di utilizzare un fascio luminoso da 72 Kwh sia in contrasto non solo con le normative vigenti ma anche con le buone pratiche di oculata amministrazione e, in definitiva, con il buon senso. Il Veneto vanta una tradizione pluricentenaria di prestigiosi studi e centri astronomici, a partire da Galileo Galilei per arrivare al grande Osservatorio di Cima Ekar, il più importante in Italia, non trascurando la rinomata Facoltà di Astronomia in Padova. Offrire la visione di un fascio di luce, che arriva alle altezze atmosferiche solcate dagli aerei, appare più come un atto meramente emulativo e di contenuto quasi commerciale che di autentica rievocazione storica”. Non sfugge a Di Sora nemmeno l’aspetto legato al costo energetico di Ramses II:

“Il consumo, di cui mi sfugge la connessione storica e territoriale con Marghera, certamente per miei limiti culturali – prosegue il presidente – equivale a quello di circa 25 utenze domestiche di nuclei familiari, in stato di bisogno, che potrebbero avvalersene sol che codesta Amministrazione lo volesse!” E poi conclude: “Le propongo quindi di devolvere l’equivalente del costo di investimento del Ramses II, per nolo e consumi, per le bollette energetiche di soggetti bisognosi della Sua città, rendendo così veramente memorabile l’evento di questo centenario, con un concreto atto di solidarietà”.

Una questione ambientale e uno spreco dunque, in attesa di capire cosa ne pensi il Sindaco di Venezia.

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