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Boom di canapa made in Italy: dalla bioedilizia alla cosmesi, passando per la pasta
B

La striscia

“Il boom della canapa italiana negli ultimi 5 anni è ormai un dato di fatto”, si legge in una nota di Federcanapa, l’associazione di produttori nata nel 2016 e decisa a prendersi una quota di mercato importante per una materia prima in decisiva ascesa. “Basti solo dire – prosegue la nota, annunciando l’avvio il 27 settembre del Canapaforum 2018 a Milano – che si è passati dai circa 400 ettari coltivati in Italia nel 2013 agli oltre 4 mila seminati quest’anno. In questo scenario è la Lombardia la prima regione produttrice, con 179 ettari e circa un migliaio di aziende attive.
Il rilancio della canapa industriale in Italia attualmente è trainato dall’alimentare-salutistica e dalla bioedilizia. In particolare da un semplice, innovativo materiale da costruzione – la calce-canapa – una miscela di calce naturale e canapulo mineralizzato, che si può utilizzare come rivestimento o come mattone. Si tratta di un materiale consente notevoli risparmi energetici e comfort, grazie alle eccellenti proprietà termiche, traspiranti e fonoassorbenti della canapa.

“L’Italia è partita con 20 anni di ritardo sull’uso della canapa in edilizia – dichiara il presidente di Federcanapa Beppe Croce – rispetto a paesi come Francia, Svizzera o Regno Unito, ma ha saputo recuperare e produrre eccellenze nelle finiture pronte all’uso e nelle tecniche a spruzzo”. Sono infatti ormai oltre 500 gli interventi edilizi in calce-canapa in Italia, con esempi illustri come la “Casa di Luce” di Leo Pedone a Bisceglie, che ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti internazionali, come il Green Building Solution Award 2016, imponendosi su oltre 100 concorrenti da tutto il mondo. “Siamo invece ancora indietro sulle regole professionali e sulla normativa” continua Croce.

Quanto al mercato alimentare-salutistico della canapa, Research and Markets stima una crescita a livello mondiale del 20% annuo nel quinquennio 2016-2020. Negli Usa nel 2017 ha raggiunto la cifra di 140 milioni di dollari (ma ancora maggiore è il mercato della cosmesi e del CBD, il Cannabidiolo, rispettivamente di 180 e 190 milioni, dati Hemp Business Journal). In Italia si sono diffusi in questi anni numerosissimi prodotti, acquistabili anche sugli scaffali dei supermercati, ma per lo più di origine straniera. Grava ancora una volta infatti sulla produzione italiana il ritardo della normativa, in particolare per quanto riguarda l’emanazione dei limiti di Thc negli alimenti.
Sono comunque fiorite in ogni regione piccole filiere territoriali virtuose di coltivazione e produzione di olio e farine di canapa. Un esempio di qualità poi è la filiera siciliana creata dal Mulino Crisafulli di Caltagirone, realtà che sarà presente a Canapaforum 2018: un mulino storico di lavorazione del grano duro, che oggi ricava dai suoi 7 ettari di canapa olio e pasta alla canapa con grano antico locale e birra aromatizzata ai fiori di canapa.

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