Il Parco Nazionale dei Sibillini ha avviato ieri mattina una prima ricognizione per fare il punto della situazione sulle acque del lago di Pilato dopo gli eventi sismici di agosto e ottobre 2016. La buona notizia è che lo specchio d’acqua c’è, anche se con una quantità di acqua inferiore rispetto a quanto registrato mediamente nello stesso periodo. “Il suo ritorno – si legge in una nota del Parco – dipenderà in gran parte dalla distribuzione delle precipitazioni, perché il bacino d’acqua è alimentato soprattutto dallo scioglimento delle nevi”. L’allarme sulla scomparsa del lago era stato lanciato sui social network da Gianluca Vignaroli, un ingegnere di Chiaravalle, che durante un’escursione lo scorso 14 maggio ne aveva fotografato l’invaso totalmente asciutto. E il pensiero era subito andato anche al chirocefalo del Marchesoni, un crostaceo endemico proprio di questo lago, scoperto solo nel 1954, che vive solo in questo invaso. Le rassicurazioni sulla sopravvivenza di questa specie le offre un naturalista del Parco, Alessandro Rossetti: “Non vi è pericolo nel breve periodo per la sua incolumità – ha spiegato – in virtù del fatto che le uova di questo crostaceo hanno la capacità di resistere per anni anche in assenza di acqua. È però fondamentale il rispetto dell’area per impedire che le uova, nascoste tra la ghiaia ora all’asciutto, vengano accidentalmente distrutte dal calpestio dei frequentatori del bacino che in alcuni periodi possono raggiungere le diverse centinaia al giorno. Per cui, dal momento in cui sarà di nuovo possibile raggiungere il sito, è necessario attenersi scrupolosamente alle indicazioni di rispetto dell’area in prossimità del lago”.
Rimane il fatto che il terremoto abbia causato danni importanti alla sentieristica e alla viabilità del Parco, e si sono registrate situazioni critiche per l’accesso a siti di particolare valore naturalistico, anch’esse oggetto di monitoraggio.