Oceano antartico, i fondali nelle prime immagini di Greenpeace

"La nostra prima immersione nell’Oceano Antartico è stata davvero sorprendente. Non sapevamo cosa aspettarci e abbiamo trovato una ricca biodiversità fatta di spugne, coralli, stelle di mare, gigli di mare e altri echinodermi", conferma Greenpeace dopo la prima spedizione.

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Greenpeace diffonde oggi le prime immagini che documentano fondali antartici mai esplorati prima girate da un sottomarino nel mare di Weddel. I fondali appaiono ricchi di vita ma indicano anche la vulnerabilità di quest’ecosistema e la necessità di istituire un grande Santuario antartico per proteggerlo.

I FONDALI – La nave Arctic Sunrise di Greenpeace si trova da una settimana nell’Oceano Antartico per condurre una campagna per chiedere la creazione di quella che diventerebbe la più grande area protetta sulla Terra: un santuario di 1,8 milioni di chilometri quadrati nel Mare di Weddell. “La nostra prima immersione nell’Oceano Antartico è stata davvero sorprendente. Non sapevamo cosa aspettarci e abbiamo trovato una ricca biodiversità fatta di spugne, coralli, stelle di mare, gigli di mare e altri echinodermi. Davvero incredibile trovare un tappeto di specie viventi così diverse tra loro. Spero che il nostro lavoro aiuti a mostrare perché dobbiamo proteggere questo ecosistema” afferma John Hocevar, biologo marino di Greenpeace e pilota del sottomarino.

La proposta di un Santuario antartico è stata fatta propria dall’Unione europea e sostenuta dalla Germania. La Commissione sull’Oceano Antartico (CCAMLR) la esaminerà nell’ottobre 2018. “Siamo alle fasi iniziali del nostro studio, ma i filmati mostrano chiaramente che ci troviamo davanti a un ambiente marino vulnerabile. Condurremo ulteriori esplorazioni dei fondali per contribuire a individuare specifiche aree che necessitano protezione dalla pesca commerciale» spiega Susanne Lockhart, biologa specializzata in ecosistemi antartici a bordo del sommergibile a due posti di Greenpeace.