In questi giorni tutti cercano di prevedere possibili alleanze e le decisioni che prenderà il Presidente della Repubblica Mattarella. In questo clima, ci siamo chiesti cosa farebbe concretamente per l’ambiente il Movimento 5 Stelle (M5S), primo partito che ha ottenuto la fiducia del 32% degli elettori, nel caso ottenesse l’incarico di formare un governo. Abbiamo cercato di rispondere a questa domanda con un’intervista a Eleonora Evi, eurodeputata del M5S che si è occupata di portare all’attenzione del Parlamento Europeo, le tematiche che il Movimento reputa di fondamentale importanza per il Paese.
ENERGIA RINNOVABILE ED ECONOMIA CIRCOLARE – “Energia rinnovabile ed economia circolare saranno i pilastri su cui svilupperemo il nostro programma di governo e il nostro Paese nei prossimi anni. Per fare questo ci siamo prefissati obiettivi ambiziosi: vogliamo abolire nel 2050 le fonti fossili, per avere un’Italia 100% rinnovabile, e puntare su un’economia che sia veramente circolare. C’è un bellissimo studio di una agenzia ambientale statunitense che ha calcolato come per 10 mila tonnellate di rifiuti creino un posto di lavoro nell’ incenerimento, 6 posti di lavoro nelle discariche, 36 nel riciclo, 196 nel settore del recupero, riuso, riutilizzo della materia. Quella è la strada: abbracciare oggi energia rinnovabile ed economia circolare vuol dire creare posti di lavoro, cosa di cui l’Italia ha bisogno per creare sviluppo e benessere per i nostri cittadini”.
L’EUROPA È FONDAMENTALE PER SUPPORTARE IL PROGRAMMA DI GOVERNO NAZIONALE – “Noi non abbiamo mai avuto un approccio distruttivo nei confronti dell’Europa. Unione Europea e Unione Monetaria Europea sono due cose molto diverse. Ne critichiamo molti aspetti, soprattutto per quanto riguarda la situazione sociale ed economica, ma all’interno del Parlamento Europeo ci siamo sempre battuti per ottenere i più alti livelli di tutela possibili con provvedimenti e direttive, sia in materia di salute che di ambiente. L’obiettivo del lavoro svolto in questi anni in Europa è stato quello di aprire la strada a quello che è oggi il nostro programma nazionale”.
I PUNTI DA SVILUPPARE IN EUROPA PER L’ITALIA – “Noi crediamo nella Smart Nation, in uno Stato innovatore, in uno Stato che guarda al futuro e che mette al centro delle politiche il futuro dell’ambiente. Vogliamo abbandonare i combustibili fossili, gas e carbone entro il 2050. Si può fare, studi internazionali lo dimostrano. A questo tema se ne collega un altro a noi molto caro: la mobilità sostenibile. C’è da fare un grande lavoro perché il parco auto circolante è vecchio, molto inquinante e molto di più di quanto dichiarato. Vorremmo vedere un milione di auto nuove elettriche circolare per aumentare il misero numero di oggi, che ammonta a neanche 10.000 unità. Abbiamo individuato già una serie di risorse finanziarie che possono e devono essere riallocate. Oltre a questo riteniamo prioritario passare a un trasporto pubblico locale che dovrà essere sostenibile, elettrico e pulito. Per fare ciò esistono dei fondi e dei finanziamenti messi in campo dalla Banca Europea degli Investimenti, che già finanzia attività di questo tipo”.
CONTRARI AL TTIP E AL CETA – “Noi siamo contrari sia all’accordo TTIP, con gli Stati Uniti, che al CETA, con il Canada, e abbiamo sempre dato battaglia su questi temi perché arrecano un grande danno, soprattutto al comparto alimentare, alle nostre specificità e ai nostri prodotti. Su questo siamo sempre stati compatti a tutti i livelli istituzionali, dai comuni fino al Parlamento Europeo, dove abbiamo denunciato la poca trasparenza di questi trattati”.
NO AGLI OGM – “Siamo da sempre contrari agli OGM. Io, insieme ad altri 5 eurodeputati appartenenti ad altri gruppi, abbiamo fatto una dura battaglia per opporci a ogni nuovo rinnovo di OGM fatto dalla Commissione Europea. L’attuale Commissione Junker ha autorizzato 22 OGM: questo è il numero più alto degli ultimi 15 anni. Responsabili di queste scelte sono gli interessi commerciali dei grandi gruppi agroindustriali internazionali, come la fusione Monsanto-Bayer, che sta avendo luogo in questo momento e alla quale ci stiamo fortemente opponendo. Il Ministro dell’Agricoltura Martina ha mantenuto una linea coerente con la nostra. Infatti, abbiamo ottenuto in questa legislatura la famosa direttiva che nega la coltivazione in Italia degli OGM in campo. Però l’uso come mangime è tuttora consentito: ben il 90% dei mangimi che importiamo è OGM”.
TUTELA DEL MADE IN ITALY A DIFESA DEI NOSTRI PRODUTTORI E A TUTELA DEI NOSTRI CONSUMATORI – “Una delle grandi battaglie che non ci viene riconosciuta è quella per il marchio “Made in Italy”. Noi lo consideriamo una forte leva di bilancio del nostro Paese. Siamo il secondo Paese manifatturiero d’Europa, con un forte comparto agricolo di altissima qualità, quindi abbiamo tutto l’interesse affinché i nostri prodotti vengano riconosciuti e resi tracciabili. Sulla tracciabilità qualcosa è stato fatto dal Governo uscente, ma non è abbastanza”.
L’ABBANDONO DELL’USA E GETTA – “A livello nazionale abbiamo proposto la legge sul “vuoto a rendere”. Con essa abbiamo cercato di favorire nuove pratiche e l’utilizzo di altri materiali più leggeri e sostenibili per l’ambiente, sfavorendo quelli più impattanti come la plastica. Anche su questo siamo molto ambiziosi e vorremmo vedere l’abbandono di tutto quello che è usa e getta in tempi brevi”.
C’È A LIVELLO NAZIONALE QUALCHE FORZA POLITICA CON LA QUALE SENTITE DI POTER PORTARE AVANTI IL VOSTRO PROGRAMMA RELATIVO ALL’AMBIENTE? – “A livello nazionale in questo momento non credo. Chi propone un programma ambizioso, ovvero il PD, ha avuto modo di realizzare quanto oggi propone e non lo ha fatto. Anzi ci ha portato in un baratro varando decreti come lo “Sblocca Italia”, rilanciando perforazioni, trivellazioni, l’incenerimento in tutto il Paese e facendo diventare ciò infrastrutture strategiche a livello nazionale. Quindi non credo siano interlocutori credibili per portare avanti un serio programma sull’ambiente. Da parte delle altre forze politiche, da quello che vedo al Parlamento Europeo, c’è una scarsa attenzione su questi temi e una tendenza a tutelare più gli interessi industriali rispetto alla tutela dell’ambiente”.
IL MINISTERO DELL’AMBIENTE DIVENTERÀ DELL’ECOLOGIA E DELLA SOSTENIBILITÀ? – “Noi non abbiamo sottoscritto nessun impegno con nessuna associazione durante la campagna elettorale, un po’ per differenziarci e un po’ per evitare pratiche da vecchia politica. In ogni caso incorporiamo gran parte delle richieste di cui si è sentito parlare in campagna elettorale nel nostro programma per l’ambiente. Siamo d’accordo con il WWF sul fatto che serva una revisione del Ministero dell’Ambiente: deve diventare necessariamente uno dei ministeri di punta, anzi il ministero di punta. È prioritario per lo sviluppo del nostro Paese: tutto ciò che è sviluppo deve necessariamente essere sostenibile. Ogni politica deve essere vagliata con gli occhiali del Ministero dell’Ambiente, per valutare appunto se è una proposta di legge che mette al centro l’ambiente e non altri interessi”.