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Riforma Agea: atto di forza di un “Governo scaduto”
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La striscia

Venezia – “La riforma di Agea, approvata ieri dal Consiglio dei ministri rappresenta un grave atto di insensibilità istituzionale e di lesione dell’autonomia regionale, a discapito degli agricoltori e dei contribuenti”. Il presidente della Regione Veneto contesta nel merito e nel metodo la decisione del Consiglio dei ministri di dare il via libera al decreto legislativo attuativo della legge delega 154/2016, relativo al riordino di Agea, l’agenzia che gestisce erogazione e rendicontazione di tutti i fondi comunitari dedicati al settore primario.

“Un governo, ormai arrivato al capolinea, ha approvato a tempo scaduto un provvedimento che non ha avuto l’intesa favorevole della Conferenza delle regioni e né ha superato tutti i passaggi dell’iter parlamentare – prosegue il governatore del Veneto – Realismo e saggezza politica avrebbero dovuto consigliare ad un governo uscente di aspettare il pronunciamento della Corte Costituzionale sulla questione di legittimità sollevata dal Veneto sulla legge delega 154 in merito alla cosiddetta razionalizzazione del sistema informativo agricolo. Invece, il consiglio dei ministri ha preferito compiere in extremis un atto di forza”.

Il decreto di riordino delle funzioni di Agea approvato ieri accentra nell’organismo nazionale i ruoli di coordinamento, pagamento e controllo, nonché di gestione informatica delle procedure di erogazione dei fondi europei e di pagamento agli agricoltori. La riforma rende obbligatoria l’omologazione informatica tra sistema informativo statale e sistemi informativi regionali, obbligando di fatto tutte le regioni, e i relativi organismi pagatori, a uniformità di procedure e di organizzazioni. Inoltre accentra in Agea anche le funzioni di controllo (prima svolte da Agencontrol) facendo coincidere in un unico ente due attività, erogazione e controllo, che le regole della buona amministrazione suggeriscono sia sempre distinto.

“Da parte nostra, attendiamo fiduciosi il pronunciamento dei giudici della Consulta sulla legge delega che abbiamo impugnato già nel 2016 e siamo pronti a intraprendere ogni via legale per far decadere il decreto attuativo. Anzi, invito sin d’ora il nuovo Parlamento ad intervenire per correggere una norma che lede l’autonomia delle Regioni e il principio di efficienza dell’amministrazione”.

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