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La “food revolution” di Paolo Barilla
L

“Pac, come politica agroalimentare comune”

La striscia

Roma – Al Forum Internazionale su alimentazione e nutrizione che si tiene in questi giorni a Bruxelles, organizzato da BCFN, Paolo Barilla, che della stessa Fondazione è il vice-presidente, ha indicato ben 17 obiettivi da raggiungere entro il 2030 per “un futuro più sostenibile per tutti“.
Proposte ed iniziative concrete sorrette da una nuova visione socio-politica per affrontare il problema della sostenibilità alimentare, della fame nel mondo e per sostenere una nuova agricoltura; con riforme per aumentare la produzione, e con la lotta alle speculazioni finanziarie sulle commodities.
E la Pac che dovrebbe diventare politica agroalimentare. Insomma una food revolution.
In sintesi Paolo Barilla raccomanda, in particolare alla burocrazia di Bruxelles: “Crediamo che l’Unione Europea, con il suo patrimonio e le sue competenze nel settore alimentare, possa e debba fare di più per raggiungere un futuro alimentare sostenibile per tutti. Abbiamo 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile da centrare entro il 2030 e il cibo e il modo in cui lo produciamo giocheranno un ruolo fondamentale per riuscirci. Per questo motivo, riteniamo che l’UE debba passare da una Politica Agricola Comune – orientata all’aumento della produzione – a una Politica Agroalimentare Comune che includa obiettivi di rendimento per la nutrizione e la salute. Le decisioni che verranno prese in quest’ottica avranno ripercussioni future sull’ambiente e potranno cambiare – o almeno influenzare – anche i flussi migratori. Questo cambiamento epocale passa da tanti fattori, uno di questo sono i giovani e le donne, portatori da sempre di valori di cambiamento. La nuova PAC dovrà tener conto di questi elementi per essere pensata in un’ottica innovativa”.
Il vice presidente di BCFN ha poi spiegato: ”Le nuove sfide impongono non solo a livello di Europa, ma anche di singoli Paesi, interventi mirati. Che tengano conto sia delle scelte positive fatte negli anni che di quelle ancora da compiere. In questo senso un ruolo strategico potrà giocarlo anche il Food Sustainability Index, l’indice sviluppato da BCFN con The Economist Intelligence Unit, che analizza la sostenibilità del sistema alimentare di 34 Paesi rappresentanti l’87% del PIL globale e 2/3 della popolazione mondiale”.
Già ma dobbiamo anche ricordare che due giorni fa l’Europarlamento ha approvato una risoluzione sulla riforma della Pac con tagli al bilancio calcolati intorno al 15%. Su IlSole24Ore si legge: “Per i tagli alla Pac l’agricoltura italiana riceverà 2,7 miliardi in meno. Il budget complessivo a disposizione dei Paesi membri sarà di 365 miliardi di euro, pari a circa il 30% del plafond di tutta l’Unione, con una riduzione del 5% rispetto ai 373 miliardi stanziati per il periodo 2014-2020. Per l’Italia, la quota sarà del 6,9% inferiore a quella della precedente programmazione. Per gli agricoltori italiani, i contributi diretti diminuiranno di 1,9 miliardi di euro; i francesi invece, che restano i destinatari della fetta più alta dei fondi europei all’agricoltura, perderanno 3,7 miliardi. L’Italia è il quarto Paese per ammontare di finanziamenti Ue destinati all’agricoltura, con 36,3 miliardi previsti dalla riforma della Pac. Dopo la Francia (62,3 miliardi), ci sono la Spagna (43,7) e la Germania (quasi 41 miliardi).

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