Nella conferenza stampa dei Verdi europei e italiani e di Italia in comune (il movimento dei sindaci capitanato da Federico Pizzarotti) si presenta il progetto e la lista per le prossime elezioni europee, in programma dal 23 al 26 maggio prossimo. Da Philippe Lamberts – capogruppo dei Verdi al Parlamento europeo a Monica Frassoni, co presidente dei Verdi, a Elena Grandi e Matteo Badiali portavoce dei Verdi italiani fino a Pizzarotti, Alessio Pascucci e Rossella Muroni deputata di Leu, la parola d’ordine è far partire l’onda ecologista e civica per contrastare populisti e sovranisti. Non a caso è #ondaverdeecivica il nome di questo progetto, che sembra sin d’ora tenere ben presente e non temere la soglia del 4% prevista dalla legge elettorale per accedere al Parlamento Europeo. Quanto ad alleanze, i partecipanti escludono a priori ogni intesa con M5S e Lega, considerando poi il Pd in fase di “implosione”. E’ Rossella Muroni, deputato di Leu e “legambientina” da sempre, a imprimere i contorni della linea politica: “Per i temi e le sfide che ci aspettano, l’ecologismo rappresenta un fattore di speranza per il Paese, per l’Europa e per il pianeta”, scrive sul suo profilo Facebook.
PRAGMATISMO
“Una cultura, quella ecologista, che può essere l’argine al populismo, se contemporaneamente riuscirà ad essere anche popolare perché non bisogna dimenticare la lezione dei gilet gialli francesi, che hanno opposto le ragioni “di chi si preoccupa della fine del mondo” a quelle di quanti sono “preoccupati per la fine del mese”. Dobbiamo dimostrare che le questioni che poniamo sono prioritarie, che hanno un consenso sociale e che le soluzioni che indichiamo sono utili e desiderabili, come ci insegnava #AlexLanger”.
GIUSTIZIA ECONOMICA E SOCIALE
“L’ambiente è una chiave strategica per fare politica economica e sociale, per costruire una società più giusta e capace di colmare le disuguaglianze, per proporre una ricetta di governo valida tanto a livello locale che globale. Perché la lotta al mutamento climatico parla di lotta alle disuguaglianze, nuovi posti di lavoro, sicurezza, salute, politiche industriali, di partecipazione, di cittadini consapevoli e democrazia, di migrazioni e geopolitica. Ma per farlo è fondamentale incrociare la dimensione civica, dei territori, dove le crisi ambientali esplodono e dove le soluzioni possono essere trovate: penso alle città e alle nuove politiche urbane ma anche ai piccoli comuni che combattono contro il dissesto idrogeologico o per un’agricoltura pulita e di qualità”.
EUROPA
“Una proposta ecologista, civica, femminista – conclude – che contribuisca alla costruzione di una nuova Europa: che sia dei popoli più che dell’euro, che abbia una politica per gestire le migrazioni e non si chiuda come una fortezza. Un’Europa che ritrovi il suo protagonismo in campo ambientale e che sappia garantirci un futuro di pace e benessere condivisi”