«Ringrazio di cuore, a nome di tutta l’associazione, la Procura di Rimini, la Polizia di Stato, l’ufficio Polizia di frontiera di Rimini e le altre autorità coinvolte, per l’efficace attività investigativa che ha permesso di sgominare una banda di criminali dedica al traffico di cuccioli dalla Slovacchia. Posso annunciare fin da ora che Enpa sarà parte civile nel processo contro questi criminali che hanno movimentato migliaia di animali, lucrando sulle loro vite. In caso di condanne, auspichiamo esse siano esemplari». Lo dichiara la presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi, commentando l’operazione denominata Luxury Dog.
«Magistratura e forze di polizia stanno dando un contributo importante contro i trafficanti, tuttavia è necessario affrontare il problema alla radice. È necessario, cioè, fermare le compravendite di animali, anche quelle ammesse dalla legge, prevedendo soltanto il sistema delle adozioni. Se cani, gatti e altri pet non fossero più fonte lucri – prosegue Rocchi – i trafficanti non avrebbero più alcuna ragione per lucrare sulla pelle dei cuccioli: ciò che alimenta queste attività criminali è proprio la prospettiva di facili guadagni. Se si toglie il profitto, viene meno la loro stessa ragion di tali traffici».
Circa un mese fa l’Ente Nazionale Protezione Animali, in qualità di parte civile, era riuscito ad ottenere dal Tribunale di Bologna la condanna a complessivi tre anni e otto mesi, e a 20mila euro di risarcimento, per tre cittadini slovacchi implicati proprio nel traffico ai animali. Due di loro, gli autisti del furgone sul quale viaggiavano in condizioni di grande disagio 50 cani e un gatto, sono stati riconosciuti responsabili del reato di detenzione in condizioni incompatibili (arti 727 codice penale). Il terzo, il titolare della ditta proprietaria degli animali, è stato invece condannato sia per detenzione incompatibile che per uso di atto falso.