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venerdì, Marzo 29, 2024

Milano, “20 mila tonnellate annue di bottiglie d’acqua in plastica”: l’appello al sindaco
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La striscia

Legambiente ha inviato una lettera – di seguito riportata integralmente – al sindaco di Milano Giuseppe Sala per chiedere che il capoluogo lombardo guidi un’incisiva comunicazione sull’uso alimentare dell’acqua erogata dalle aziende del servizio idrico.

“Nella città metropolitana di Milano molti enti, pubblici, privati e non profit, hanno sviluppato preziose attività di comunicazione sulle qualità dell’acqua erogata dagli acquedotti, anche con investimenti, come nel caso delle ‘case dell’acqua’, che hanno riscosso grande popolarità.
Tutto bene, ma alla prova dei fatti ciò non basta. Purtroppo ancora oggi su sicurezza, valore nutrizionale e salubrità delle acque erogate dai servizi di acquedotto circolano pregiudizi e credenze infondate e dannose, radicate al punto che solo una parte minoritaria della popolazione regola il proprio comportamento di consumo sulla base di una equilibrata informazione. I diffusi pregiudizi fanno sì che i consumi di acqua in bottiglia continuino ad essere elevatissimi, comportando rilevanti costi economici per le famiglie e grandi impatti ambientali a carico della comunità, dovuti sia al trasporto dell’acqua in bottiglia – ai punti vendita e da questi ai luoghi di consumo – sia all’impatto delle bottiglie di plastica dal momento in cui diventano rifiuto.

Nella sola città metropolitana milanese si stima un consumo annuo di circa 800 milioni di litri di acqua in bottiglia, a cui corrisponde una produzione di rifiuti in plastica di oltre 20 milioni di kg, ovvero 7 kg di plastica a perdere pro-capite. Anche considerando la coscienziosa raccolta differenziata nel territorio milanese, questo livello di consumo determina comunque impatti che causano un contributo emissivo stimabile in 200.000 tonnellate di CO2: un valere equivalente alla CO2 prodotta dagli impianti di riscaldamento di circa 150.000 abitazioni!
Rispettando la libertà di scelta dei consumatori, crediamo che il miglior modo di celebrare la giornata mondiale dell’acqua possa essere quello di sviluppare un programma di corretta ed efficace informazione ai cittadini, investendone le aziende del Servizio Idrico, affinché vengano aumentati gli sforzi per rendere diffusa la consapevolezza circa le proprietà dell’acqua erogata dal servizio idrico. Riteniamo questo un contributo qualificante, in particolare per la città di Milano che ha deliberato una strategia ‘plastic free’, per ridurre la produzione di rifiuti in plastica a perdere, limitarne costi e problematiche di smaltimento, ridurre in forma significativa la ‘carbon footprint’ della metropoli milanese. Non chiediamo di introdurre nuovi divieti, ma di svolgere una autorevole e determinata regia istituzionale, affinché le aziende del servizio idrico, partecipate da Comune e Città Metropolitana di Milano, adempiendo ad una loro specifica missione aziendale, investano importanti risorse in una incisiva e diffusa campagna permanente di comunicazione, capace di raggiungere in modo efficace tutti i cittadini e di metterli nelle condizioni di poter scegliere disponendo di appropriata, corretta ed efficace informazione sull’acqua erogata dalle reti d’acquedotto.

Un approvvigionamento appropriato e sostenibile di acqua per il consumo umano dalla rete pubblica crediamo costituisca, oltre ad una qualificazione del servizio che i cittadini ricevono, un contributo qualificante e rendicontabile della Food Policy attivata dal Comune di Milano: l’acqua è un alimento, di cui le aziende del servizio idrico sono in grado di certificare l’elevato standard nutrizionale e la salubrità, e di assicurare l’approvvigionamento alle condizioni economiche più vantaggiose ed eque, valorizzando una risorsa locale, riducendo al minimo gli impatti della produzione, trasporto e distribuzione, ed eliminando del tutto la produzione di scarti e rifiuti. Siamo certi che la nostra richiesta incontrerà la vostra sensibilità e ci mettiamo a disposizione per cooperare alle azioni che siamo sicuri vorrete intraprendere”.

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