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Metalli pesanti e altri inquinanti: a Bari il punto sui rischi per la fertilità
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La striscia

È Bari a ospitare il prestigioso congresso internazionale Precision Making in A.R.T” (Medicina di Precisione in ambito procreativo) dal 30 Settembre al 1 Ottobre 2019: prima tappa di un percorso che porterà il capoluogo pugliese a diventare centro del Mediterraneo nel Settembre 2020 con il Meeeting annuale della Mediterranean Society of Reproductive Medicine, la cui Presidenza verrà affidata al Professor Giuseppe D’Amato, Direttore del centro di riferimento regionale per medicina riproduttiva a Conversano. 
“Le problematiche della fertilità, trattate in questo grande convegno scientifico, vedono al centro il rischio riproduttivo legato all’esposizione materna e fetale agli interferenti endocrini, ai metalli pesanti e agli altri inquinanti che possono influenzare con meccanismi epigenetici sia le possibilità di concepimento, non solo femminili ma anche maschili, sia determinare precoci alterazioni embrionali o del feto nei suoi primi mille giorni di vita”, chiarisce il professor Giuseppe D’Amato, co-presidente del congresso insieme ai colleghi Volpe, Gentile e Vicino. 
Intervenuto nel corso della Cerimonia di Inaugurazione, insieme al Direttore del Dipartimento Regionale Politiche per la Salute, il dottor Vito Montanaro, e al Direttore Generale della ASL Bari, il dottor Antonio Sanguedolce, il Governatore della Puglia e Assessore alla Sanità Michele Emiliano ha sottolineato che “l’attenzione alle problematiche della fertilità e rischi riproduttivi conferma che la Regione Puglia intende affrontare trasversalmente e a tutti i livelli la sfida della sostenibilità e della riduzione dei rischi per la salute, derivanti dalle esposizioni ambientali, a partire dalla pianificazione industriale ed energetica, fino a garantire i migliori standard per la prevenzione, l’assistenza e la cura nell’ambito della medicina di precisione e riproduttiva, di cui Bari può vantare eccellenze oggi riconosciute a livello europeo e internazionale”. 
Per il professor Alessandro Miani, Presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA): “È importante rilevare che oggi da Bari viene evidenziato con chiarezza che la medicina riproduttiva costituisce il modello sperimentale delle alterazioni precoci che gli inquinanti inducono nell’essere umano con meccanismi epigenetici. Questo nel quadro delle evidenze scientifiche sempre più consistenti sull’impatto dei contaminanti ambientali nel condizionare la fertilità della coppia e nell’incidere pesantemente sulla salute dei nascituri fin dal concepimento. La necessità di accendere i riflettori sulla prevenzione dell’infertilità legata alle esposizioni nell’ambiente di vita e di lavoro diventa urgente se consideriamo che l’Endocrine Society ha presentato già nel 2018 al Parlamento Europeo le conferme scientifiche sulla presenza di oltre 90 sostanze a potenziale azione d’interferenti endocrini”. 
All’incontro di Bari partecipano esperti mondiali della Medicina della Riproduzione come: Gary Smith da Ann Arbor (USA), Kate Miller da Fort Lauderdale (USA), Antonis Makrigiannakis da Creta, Robert Jach e Rafa Kurzawa dalla Polonia, Yves Menezo da Lione, Marta Devesa da Barcellona, Norma Spears da Edimburgo, Semra Kahraman da Istanbul e il Rettore dell’Università di Tirana, il Professor Gjata. Nel panel congressuale anche l’epidemiologo, il dottor Prisco Piscitelli, ricercatore dell’Istituto Scientifico Biomedico Euro Mediterraneo di Brindisi e Vicepresidente SIMA, che conclude: “L’emergere di problematiche pediatriche che assumono caratteristiche di vere e proprie pandemie, dall’autismo al diabete giovanile e persino l’obesità infantile, possono avere alla base delle alterazioni a carico dell’epigenoma – gli interruttori che programmano il cosiddetto software dell’espressione genica – che si determinano nelle cellule germinali paterne e materne oppure nell’embrione e nel feto in seguito all’esposizione ad inquinanti ambientali”. 

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