“Bike lane sì, motor bike lane no, aumentare uso della bicicletta, non mortalità sulle strade” è la levata di scudi delle associazioni tra le quali la Federazione Italiana della Bicicletta (FIAB), Kyoto Club e altre. “Le corsie restino dedicate ai ciclisti”.
Secondo le associazioni firmatarie, sarebbe pericolosa e mortale per la mobilità ciclistica la proposta annunciata ieri dalla Ministra De Micheli di introdurre nel Codice della Strada la definizione di bike lane, ovvero una corsia con destinazione prioritaria alla circolazione dei velocipedi nella quale è consentita la circolazione anche dei veicoli a motore con numero totale di ruote non superiore a tre, come ad esempio i ciclomotori, i motocicli ed i tricicli.
“In questo modo – spiegano le associazioni- non si promuove la mobilità in bicicletta, così necessaria alle nostre città in tempi di fase due e di ripartenza. Si mette invece a rischio la vita dei ciclisti che già non sono tutelati; basti pensare che a piedi e in bicicletta muoiono 800 persone ogni anno, oltre il 20% dei morti sulle strade italiane. Servono subito corsie ciclabili d’emergenza riservate e sicure. È verso queste soluzioni che va adeguato il Codice della Strada. Rendere le ciclabili promiscue con il traffico motorizzato a due/tre ruote come vuole la Ministra dei Trasporti è l’esatto opposto”.
Per questo i firmatari hanno chiesto alla Ministra De Micheli di rinunciare ad imporre la coesistenza tra biciclette e motorini nelle corsie dedicate: i ciclisti hanno bisogno di percorsi sicuri, e non di subire l’ennesima aggressione dal traffico motorizzato, o non convinceremo mai le persone a salire in sella.