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Al via il primo monitoraggio nazionale del lupo: “Non sarà più il Colle di Cadibona a delimitare gli alpini dagli appenninici”
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La striscia

In questi giorni parte la prima raccolta dati contemporanea mai attivata per stimare la distribuzione e la consistenza del lupo in Italia che si concluderà a marzo 2021 ma che potrà aprire la strada ad essere ripetuta negli anni, per garantire il monitoraggio della popolazione italiana di questa specie sul lungo periodo. Il monitoraggio, coordinato da ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) su mandato del Ministero dell’Ambiente, applicherà per la prima volta un programma coordinato realizzato sulla base di disegni di campionamento standardizzati, messi a punto da ISPRA. Sul campo, il lavoro sarà svolto da oltre 20 tecnici selezionati nell’ambito di un accordo tra ISPRA e Federparchi, ai quali si affiancheranno esperti delle regioni e province autonome, dei parchi nazionali e di quelli regionali, da una rete di personale appositamente formato del Comando Unità Forestali dell’Arma dei Carabinieri, coinvolgendo anche diverse associazioni e una rete di volontari. Nelle regioni alpine il monitoraggio verrà realizzato nell’ambito del Progetto LIFE WolfAlps EU, in modo strettamente coordinato con il resto d’Italia.

L’urgenza di colmare le lacune di conoscenza in merito alla distribuzione – e quando si può, agli spostamenti – di questa specie non è limitata solo a gestirne l’espansione ma anche si estende anche alla necessità di monitorare la differenziazione tra le due popolazioni che abitano l’Italia: quella alpina e quella appenninica. La linea spaziale di demarcazione tra le due popolazioni è stata arbitrariamente fissata al Colle di Cadibona ma oggi le popolazioni stanno raggiungendo le zone di pianura, rendendo questa distinzione inefficace e inducendo la differenziazione alla scala regionale in zona ‘Alpina’ e zona ‘Italia peninsulare’. In realtà le due ‘popolazioni’ potrebbero essere considerate una sola, sia da un punto di vista genetico, non essendoci una chiara struttura genetica e condividendo lo stesso pool genetico dall’Aspromonte alle Alpi, sia da un punto di vista demografico, essendo distribuite su un’area pressoché continua. La differenza risiede piuttosto all’aspetto ecologico-gestionale, in quanto la ‘popolazione’ appenninica è distribuita interamente sul territorio italiano, mentre quella alpina è condivisa tra più Paesi (Italia, Francia, Svizzera, Germania, Austria e Slovenia), motivo per cui è richiesto un approccio di collaborazione internazionale.

Tutte le linee guida e i protocolli sono contenute nel documento Linee Guida e protocolli per il monitoraggio nazionale del lupo in Italia.

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