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Visoni e Covid, “Stop agli allevamenti: sono serbatoi di virus e possono portare a mutazioni pericolose”
V

La striscia

Mi sono più volte occupata dei focolai di COVID 19 scoppiati in diversi allevamenti di visoni negli Stati membri – dichiara Eleonora Evi, europarlamentare dei Verdi europei, membro titolare in Commissione ambiente.  La situazione attuale appare drammatica: la maggior parte degli animali è stata soppressa nei mesi scorsi, tuttavia, alla fine di febbraio il ciclo riproduttivo ricomincerà e all’inizio di maggio, quando nasceranno i cuccioli, la popolazione di visoni e le dimensioni del potenziale serbatoio di coronavirus saranno aumentate di almeno cinque volte. Si tratta di una condizione che deve essere arginata in partenza in un’ottica di prevenzione. Per questo, insieme ad altri parlamentari europei, ho indirizzato una lettera alla Commissaria alla salute e alla sicurezza alimentare Stella Kyriakides, invitando la Commissione ad intraprendere azioni decisive per fermare l’allevamento di visoni, al fine di impedire la creazione di pericolosi serbatoi di virus”.

Nella lettera si chiede alla Commissione di proteggere la salute pubblica agendo immediatamente, ordinando agli Stati membri di sospendere l’allevamento di visoni, almeno per l’intero anno in corso. Le epidemie di COVID-19 negli allevamenti di animali da pelliccia in Danimarca, Paesi Bassi, Svezia, Spagna, Grecia, Italia, Francia, Lituania e Polonia – nonché negli Stati Uniti e in Canada – hanno confermato che i visoni sono altamente sensibili alla malattia. Le terribili condizioni di allevamento, inoltre, con gli esemplari ammassati in spazi ridotti, favoriscono il propagarsi del virus.

Per di più – continua Eleonora Evi – è importante considerare che il sequenziamento del genoma virale ha già dimostrato come l’infezione da SARS-CoV-2 nel visone possa portare a mutazioni pericolose che, se trasmesse agli uomini, potrebbero minare l’efficacia dei vaccini. Dato l’enorme impatto della pandemia sulla salute e sull’economia, il rischio di consentire alla popolazione di visoni di espandersi in modo esponenziale, creando un vasto serbatoio di virus, non deve essere più tollerato”.

Ad oggi, solo due stati, Belgio e Svezia, hanno volontariamente deciso di sospendere la produzione di visoni nell’anno in corso.

Sebbene non si tratti di una soluzione definitiva, è sicuramente la linea d’azione più responsabile che si possa intraprendere in questo momento. È fondamentale, pertanto, che la Commissione ordini l’immediata sospensione dell’allevamento di visoni a tutti gli Stati membri almeno per tutto il 2021. In Italia, proprio di recente la LAV  ha denunciato l’ennesimo focolaio, rilevando come le norme minime di biosicurezza vengano sistematicamente violate e come il monitoraggio, anche diagnostico, comporti l’impiego di ingenti risorse che ricadono sulla Sanità pubblica.
Un motivo in più per dire basta agli allevamenti di visoni. Naturalmente indirizzerò il mio impegno affinché questa drammatica situazione possa portare a soluzioni di più ampio respiro, che pongano definitivamente fine all’allevamento di animali di pelliccia: una pratica crudele, anacronistica e inaccettabile
” – conclude l’eurodeputata.

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