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giovedì, Marzo 28, 2024

Rifugi, al via la campagna per l’uso consapevole dell’acqua in alta quota
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La striscia

Un’estate 2021 di rifugi aperti, funzionanti e frequentati nel rispetto delle norme anti-Covid 19. È quello che tutti gli operatori della montagna si augurano per i prossimi mesi. Ma quale tipo di frequentazione? L’estate 2020 aveva portato sotto i riflettori il difficile rapporto tra qualità e quantità della frequentazione turistica, dal punto di vista del rispetto dell’ambiente montano, delle norme di comportamento in ambiente impervio, del ruolo dei gestori di rifugio. La Fondazione Dolomiti UNESCO realizzerà per questo una campagna comunicativa, richiesta espressamente dai rifugisti e incentrata in particolare sull’utilizzo responsabile dell’acqua.

“Cantiam la montanara” – ma non sotto la doccia!

C’è chi chiede al gestore di rifugio una spremuta di arance fresche, chi uno spritz con ghiaccio e oliva. C’è chi vuole affrontare i sentieri con i sandali ai piedi e chi chiede se a 2700 metri si arriva in auto. Ma quando ai gestori dei 66 rifugi del Patrimonio Mondiale, riuniti nell’annuale corso di formazione, è stato chiesto quale sia il tema su cui incentrare una campagna comunicativa per stimolare una maggiore consapevolezza, non hanno avuto dubbi: l’acqua. L’utilizzo responsabile della risorsa idrica, viste le difficoltà di approvvigionamento in quota, è il concetto più difficile da far comprendere a quanti si aspettano che un rifugio eroghi servizi simili a quelli di un albergo o di un ristorante. E così, ci si trova a dove spiegare che in montagna può capitare di rinunciare alla doccia (talvolta pare un problema rinunciare a farne due in un giorno!) dopo una giornata passata a faticare su sentieri e ferrate. Conoscere la variabilità cui è soggetto il riempimento delle vasche in assenza di acquedotto, i costi di gestione e manutenzione, i “miracoli” quotidiani cui è costretto il gestore per garantire la ristorazione e i pernottamenti, appare sempre più indispensabile per formare gli escursionisti, consentendo loro, peraltro, di calarsi pienamente nel contesto montano e quindi di godere maggiormente dell’unicità dell’esperienza che li vede protagonisti.

Se i ghiacciai e il permafrost se ne vanno…

La campagna della Fondazione Dolomiti UNESCO, naturalmente, non riguarderà solo le norme di comportamento, ma anche le cause profonde della necessità di risparmiare la risorsa idrica. L’aumento delle temperature nell’ultimo secolo, tutt’ora in corso, ha importanti ripercussioni sulla criosfera, cioè l’insieme delle zone innevate e ghiacciate della Terra, spesso l’unico serbatoio naturale di acqua in alta quota. I ghiacciai arretrano a una velocità tale da poter prevedere la loro totale scomparsa, sotto i 3500 m, entro il 2050. Molti rifugi dolomitici di quote medio-alte si trovano inoltre in aree carsiche, molto diffuse tra i massici carbonatici del Patrimonio Mondiale UNESCO. Si tratta di settori per loro natura poveri di risorse idriche superficiali, in quanto l’acqua piovana e di fusione nivale è rapidamente assorbita all’interno dell’ammasso roccioso calcareo-dolomitico. Conoscere anche questi aspetti del Patrimonio è un modo per viverlo e rispettarlo al meglio.

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