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Incendi: divieti di caccia non rispettati, lettera a Draghi per abbassare la pressione venatoria
I

La striscia

Poche settimane fa molte Regioni sono state investite da incendi disastrosi, cresciuti del 256% rispetto alla media storica 2008-2020 (dati EFFIS). A farne le spese sono stati milioni di animali uccisi dal fuoco oppure costretti a un esodo forzato in territori sconosciuti e già occupati da altri animali.
Tuttavia la Legge quadro sugli incendi boschivi 353/2000, all’articolo 10 impone che su quei terreni sia automaticamente imposto il divieto di caccia per i prossimi dieci anni, oltre al divieto di pascolo e di edificazione. Questo però solo a condizione che le aree interessate dagli incendi siano state inserite nel catasto delle zone incendiate, il cui aggiornamento è demandato ai singoli Comuni. Da una ricerca effettuata a campione dalla LAV, risulta però che molti Comuni siano del tutto inadempienti, rendendo quindi impossibile applicare i divieti imposti dalla Legge.

Per questo motivo, la Lega Anti Vivisezione ha scritto una lettera al Presidente del Consiglio Draghi e ai Ministri Cingolani, Lamorgese, Patuanelli e Gelmini, chiedendo che agiscano d’imperio nei confronti dei Comuni inadempienti perché aggiornino rapidamente i catasti dei terreni incendiati così da dare applicazione effettiva al divieto di caccia. Come peraltro già accaduto nel 2007 quando per le stesse ragioni l’allora Presidente del Consiglio intimò alle Regioni, con Ordinanza n.3624, di diffidare i Comuni che ancora non avessero aggiornato i catasti delle aree percorse dal fuoco.

“Oltre all’intervento istituzionale abbiamo chiesto al Presidente Draghi di estendere il divieto di caccia anche alle aree limitrofe a quelle incendiate – dichiara Massimo Vitturi, responsabile LAV, Animali Selvatici – in quelle zone, infatti, si registra inevitabilmente il concentramento di un numero elevato di cacciatori, attratti anche dagli animali che in quelle aree si sono rifugiati scampando agli incendi, tutto ciò comporta l’incremento esponenziale della pressione venatoria, con le immaginabili, devastanti, conseguenze per gli animali selvatici.”Attendiamo ora una risposta alla nostra istanza, che confidiamo possa dare rapidamente seguito alle nostre richieste. Siamo certi che la sensibilità e la responsabilità istituzionale di Presidente e Ministri nei confronti del patrimonio dello Stato, rappresentato dagli animali selvatici, non potrà che determinare un loro intervento a tutela degli animali enormemente provati da incendi e distruzione degli habitat.

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