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Green pass al nido, a Verona bimbi fuori dalle aule: da paladini dell’infanzia a omertosi burocrati
G

La striscia

Elena Livia Pennacchioni
Elena Livia Pennacchioni
Vedo il mondo da 1 metro e 60, l'altezza al garrese del mio Attila. Sono l'addetta stampa della biodiversità, romana di nascita e veronese d'adozione, ma con il cuore ha in Umbria. Scrivo di animali, piante e qualche volta di come l'uomo riesce a salvarli!

I genitori sprovvisti di green pass non potranno accedere ai locali scolastici mentre le educatrici non sono autorizzate dalla macchina burocratica a giungere fin sulla soglia della porta per accogliere i bambini e accompagnarli in aula: è così che a Verona come in tutto il resto d’Italia, secondo il DL 122 del 10 Settembre 2021 saranno tenuti fuori dal proprio percorso scolastico i piccoli della fascia 0-3 anni. Sono molti i genitori che hanno chiesto spiegazioni all’ufficio comunale, non avendo nemmeno il tempo necessario per procedere ad un eventuale tampone e trovandosi, da un giorno all’altro, con bimbi piccolissimi che non possono accedere da soli alle proprie aule, genitori che non possono accompagnarli ed educatrici che non possono prenderli.

Risponde in questo modo Paola Zanchetta, Direttore Area Servizi Sociali e alla Persona e Dirigente ad interim Servizi ai Cittadini del Comune di Verona, alle domande dei genitori che chiedono spiegazioni su come portare i figli a scuola lunedì: “In applicazione a quanto disposto, all’entrata di ogni struttura sarà attivato un punto di controllo con un operatore delegato che, tramite l’apposita applicazione ministeriale, verificherà il possesso della certificazione verde Covid 19. Le persone che non risulteranno in regola, o coloro che non saranno in grado di esibire detto certificato perchè privi, saranno tenuti a rimanere all’esterno della struttura, nel giardino e negli spazi adiacenti”. Risultato: una risposta nel merito non viene data, una procedura ad hoc non viene prevista e i bimbi che hanno la colpa di avere genitori senza green pass, sono meno bimbi di quelli che li hanno. Facile dunque immaginare i disagi per le famiglie ma ancora di più, è imbarazzante capire quelli che sono costretti a subire i bambini, nello spazio di un venerdì-lunedì: senza alcun motivo logico nell’ottica di contenimento del contagio, si sta sottraendo loro la propria routine, le relazioni di affettive e di fiducia costruite con educatrici e compagni, in una fascia di età in cui i punti di riferimento costituiscono i pilastri sui quali i piccoli innalzeranno le proprie certezze in futuro. Si tratta peraltro di concetti che troverete sbandierati in ogni asilo nido, finché servono a giustificare le rette e a difendere l’irreprensibile prestigio del sistema scolastico del ricco nord-est. Eppure, è evidente che rimangono validi finché non arriva un illogico ordine contrario e d’improvviso, i paladini dell’infanzia felice divengono burocrati senza capacità di pensiero.

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