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Catasto, intesa centrodestra-Draghi: cosa prevede la riforma
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La striscia

(Adnkronos) –
Alla fine, è arrivata l’intesa. La riforma del catasto resterà nella delega fiscale e saranno rivisti i criteri con cui si determinerà l’aggiornamento delle rendite. Il centrodestra, quello che è nella maggioranza, annuncia l’accordo con il premier Mario Draghi che scongiura il ricorso alla fiducia sul provvedimento. “Non ci sarà aumento di tasse”, esultano Lega e Forza Italia. 

I primi segnali di accordo 

Dal centrodestra, già in mattinata arrivano i primi segnali di una possibile soluzione del rebus legato alla riforma del catasto e, quindi, della delega fiscale. Stando alla sintesi del coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, si è “a un passo da una svolta che rafforza il governo”. L’ottimismo deriva dalla proposta tecnica che, nelle intenzioni, consentirà di recepire le modifiche richieste dai leader al Presidente del Consiglio. È stata elaborata durante la riunione di questa mattina del centrodestra di governo e, guardando sempre alle parole di Tajani, sembra possibile che “già oggi si possa raggiungere un accordo che faccia emergere il sommerso, con introiti con cui si potrà ridurre anche l’Imu in tanti Comuni, adottando però strumenti che non facciano aumentare la pressione fiscale sulle case degli italiani”. Mentre Matteo Salvini è a Palazzo Chigi, proprio per confrontarsi con Draghi, arrivano le parole di Giorgia Meloni a riportare in primo piano le ragioni di chi si oppone: “La riforma del catasto altro non è che la patrimoniale mascherata che voleva Enrico Letta, non cadiamo dal pero…”.  

Cosa dice il testo della riforma  

Ma di cosa si sta parlando realmente? Ha ragione chi, a partire da Draghi, continua a sostenere che nessuno vuole mettere le mani nelle tasche degli italiani o chi, come Meloni, grida alla patrimoniale mascherata? La riforma del catasto è inserita nella delega fiscale in discussione in Parlamento. In particolare, l’articolo 6 del disegno di legge delega interviene su due piani. Al comma 1, si prevede “una modifica della disciplina relativa al sistema di rilevazione catastale al fine di modernizzare gli strumenti di individuazione e di controllo delle consistenze dei terreni e dei fabbricati”. Si tratta di intervenire sugli immobili attualmente non censiti o che non rispettano la reale consistenza di fatto, la relativa destinazione d’uso ovvero la categoria catastale attribuita; sui terreni edificabili accatastati come agricoli; sugli immobili abusivi. Al comma 2, si prevede una integrazione delle informazioni presenti nel catasto dei fabbricati in tutto il territorio nazionale, da rendere disponibile a decorrere dal 1° gennaio 2026. 

Come? Prevedendo che le informazioni rilevate non siano utilizzate per la determinazione della base imponibile dei tributi e, comunque, per finalità fiscali; attribuendo a ciascuna unità immobiliare, oltre alla rendita catastale determinata secondo la normativa attualmente vigente, anche il relativo valore patrimoniale e una rendita attualizzata in base, ove possibile, ai valori normali espressi dal mercato; prevedendo meccanismi di adeguamento periodico dei valori patrimoniali e delle rendite delle unità immobiliari urbane, in relazione alla modificazione delle condizioni del mercato di riferimento e comunque non al di sopra del valore di mercato; prevedendo per le unità immobiliari riconosciute di interesse storico o artistico adeguate riduzioni del valore patrimoniale medio ordinario che tengano conto dei particolari e più gravosi oneri di manutenzione e conservazione nonché del complesso dei vincoli legislativi alla destinazione, all’utilizzo, alla circolazione giuridica e al restauro. 

Il nodo da sciogliere 

È proprio il riferimento ai valori di mercato che preoccupava il centrodestra. Forza Italia e Lega ne hanno fatto una posizione di bandiera e si sono finora opposte, chiedendo in una prima fase lo stralcio dell’intera riforma del catasto. Non è bastata la rassicurazione, riportata nel testo della delega, che la riforma del catasto non determinerà aumenti di tasse. Il muro contro muro che c’è stato finora ha portato Draghi a dirsi pronto a mandare il testo in aula senza intesa e blindarlo con voto di fiducia. 

La mediazione 

È una nota del centrodestra a sintetizzare la mediazione raggiunta: “viene eliminato ogni riferimento ai valori patrimoniali degli immobili, consentendo l’aggiornamento delle rendite secondo la normativa attualmente in vigore e senza alcuna innovazione di carattere patrimoniale. Il catasto italiano verrà quindi progressivamente aggiornato, ma senza cambiamenti rispetto ai criteri attuali. Esclusa anche in questo caso la possibilità di nuove tasse sulla casa”. Il centrodestra di governo, si aggiunge, “ha chiesto ed ottenuto che le aliquote Imu possano essere ridotte per effetto dell’emersione degli immobili fantasma”. 

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