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venerdì, Marzo 29, 2024

Fisco, ecco l’algoritmo contro l’evasione: come funziona
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La striscia

(Adnkronos) – Un algoritmo anti evasione fiscale a disposizione dell’Agenzia delle Entrate. Questo uno dei nuovi strumenti a portata del Fisco per combattere evasori e illeciti nato grazie all’approvazione del decreto a firma del ministro dell’Economia Daniele Franco. Il testo del decreto, spiegano gli esperti de Laleggepertutti.it, verrà pubblicato a breve in Gazzetta Ufficiale e “servirà anche per l’attuazione della delega fiscale in merito all’interoperabilità delle banche dati. Con le novità introdotte sarà possibile passare dai dati anonimi della prima fase, alle liste indicanti i nomi dei contribuenti a rischio evasione, da stimolare nell’adesione dei loro doveri o, nei casi più gravi, da sottoporre a un vero e proprio controllo fiscale”. Ma come funziona? La parola agli esperti del sito di informazione e consulenza legale. 

D’ora in avanti, spiegano “l’Agenzia delle entrate ha uno strumento in più da poter sfoderare contro gli evasori: si tratta di un algoritmo che sfrutta la possibilità di rendere anonimo il potenziale informativo già a disposizione del Fisco tramite i suoi database, in particolare la Superanagrafe dei conti correnti, riuscendo ad individuare in via automatica eventuali anomalie. 

Questo meccanismo sfrutta i dati riportati nelle dichiarazioni fiscali relativi al patrimonio di immobili, mobili, quote societarie, conti correnti, versamenti e compensazioni e tutte le informazioni ritenute utili per indagare su chi non dichiara il dovuto al fisco. Informazioni che verranno utilizzate per l’analisi del rischio evasione ed elusione nel caso di sospetti illeciti. 

Un passaggio fondamentale è volto ad impedire l’identificazione diretta degli interessati andando a limitare così il pericolo di controllare anche quei contribuenti che risultano essere in regola. Spetterà all’algoritmo individuare gli evasori in «autonomia», seppur sempre garantendo l’intervento umano degli operatori dell’Agenzia delle Entrare e della Guardia di Finanza, che avranno il compito di decidere quale caso segnalato dall’automatismo meriti effettivamente di essere approfondito. 

Per tutelare i dati e le informazioni di ciascuno, solo personale specificatamente autorizzato avrà la possibilità di prenderne visione ed effettuare gli accessi, che andranno comunque sempre tracciati. Inoltre, il decreto prevede che le operazioni sui conti correnti e i rapporti finanziari vengano messi a disposizione delle Entrate e delle Fiamme gialle, così da avere un quadro più completo. 

Sono stati anche dettati i tempi di conservazione dei dataset di analisi e controllo: il decreto impone la conservazione dei dati «anonimizzati» fino al secondo anno successivo a quello di quando «matura la decadenza della potestà impositiva» oltreché, naturalmente, fino alla chiusura definitiva di eventuali contenziosi aperti. 

È inoltre prevista la possibilità di accesso ai dati da parte dei contribuenti interessati, ipotizzato secondo tre tempistiche di accesso: 

dalla data di ricezione della lettera di compilance; 

dalla data di consegna del processo verbale di constatazione, o della notifica dell’atto istruttorio, o, nel caso di contribuenti sottoposti a un vero e proprio controllo fiscale, dell’atto impositivo; 

dal primo giorno successivo a quello in cui matura la decadenza del potere di accertamento dei contribuenti che non avvisi dal Fisco o atti di controllo. 

A prescindere da queste casistiche espressamente previste, è sempre prevista la possibilità per il contribuente di far rettificare dati personali inesatti. 

Con la conversione in legge approvata ieri del decreto Pnrr 2, relativo alle «Ulteriori misure urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza», sono state introdotte novità anche relativamente alla trasmissione dei dati delle carte di credito all’Agenzia delle entrate. Il nuovo articolo 18, infatti, prevede che «gli intermediari che mettono a disposizione degli esercenti sistemi di pagamento elettronico siano tenuti a trasmettere all’Agenzia delle entrate, oltre alle commissioni addebitate, e i dati identificativi degli strumenti di pagamento, anche gli importi complessivi delle transizioni giornaliere effettuate mediante tali strumenti». Tramite questa ulteriore comunicazione l’Agenzia riuscirà ad incrociare i dati di pagamento digitale con carta con quelli relativi agli scontrini elettronici emessi dagli esercenti, effettuando in tal modo controlli di congruità tra scontrini emessi e i pagamenti ricevuti”, concludono gli esperti de Laleggepertutti.it. 

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