“Questo evento – interviene Giorgia Meloni al Villaggio Contadino di Coldiretti a Milano – si rinnova in momento difficile per il nostro sistema produttivo e per il nostro agroalimentare. Vengo qui a dare questo messaggio: durante la nostra campagna elettorale, abbiamo detto più volte che l’obiettivo sarebbe stato quello di modificare il rapporto tra Stato e cittadini, tra Stato e imprese. La nostra bussola è non disturbare chi vuole fare e creare ricchezza per produrre lavoro. Vogliamo restituire a questo paese una strategia industriale che non può prescindere dagli elementi più significativi nel mondo globale. E tra gli elementi su cui noi siamo molto competitivi c’è l’eccellenza dell’agroalimentare. Intendiamo lavorare su questo e non possiamo fingere di non vedere che tutti gli imprenditori di questo settore si trovano in condizioni molto complesse. Si è abbattuto un domino, dalla pandemia alla siccità passando per l’aumento dei costi. Tutti questi elementi sta mettendo le aziende in condizione di dover produrre in perdita o di non andare avanti. Ma con buon senso e lucidità e molto lavoro, questa tendenza si può invertire”.
Un presenza molto gradita alla platea di Coldiretti che non ha lesinato applausi alla premier in pectore. La quale poi si è fermata a firmare la petizione mondiale per fermare lo sbarco a tavola del cibo sintetico promossa da World Farmers Markets Coalition, World Farmers Organization, Farm Europe, Coldiretti e Filiera Italia. E che d’altra parte, non ha rinunciato a far valere i propri punti programmatici, enunciando tre parole d’ordine. “Fratelli d’Italia ha sempre dimostrato una grande attenzione alle realtà dell’agroaliemntare che contano un quarto del nostro PIL, perchè è il nostro interesse nazionale. Il lavoro da mettere a punto è in particolar modo su tre grandi questioni.
Sostenibilità: lo dico a un comprato che più degli altri ha lavorato su questo, nonostante si sia trovato di fronte a vincoli che non aiutavano né sostenibilità né produttività a causa di approccio ideologico assurdo. Bisogna tenere insieme sostenibilità ambientale, sostenibilità sociale e sostenibilità economica. Difendiamo l’ambiente ma con l’uomo dentro. Intanto è una buona notizia che l’Europa abbia preso pausa sui fitofarmaci. La seconda grande sfida è proteggere la qualità, che significa difendere il marchio e la filiera, valorizzarla. Portiamo avanti con molta forza la battaglia contro il Nustriscore. E poi c’è il tema della sovranità alimentare. Che è il tema centrale con il quale approcciare la questione. La grande sfida italiana ed europea è trattare con atteggiamento serio e pragmatico il tema delle catene di approvvigionamento. Ci hanno raccontato che il libero commercio senza regole avrebbe risolto automaticamente tutti i problemi e che la globalizzazione senza limiti ci avrebbe reso tutti più ricchi. Che avrebbe democratizzato i sistemi meno democratici del nostro e che tutto sarebbe andato bene. Non è andata così. Quello che è accaduto è che la ricchezza si è concentrata verso l’alto e che le autocrazie e i sistemi non democratici hanno guadagnato campo. Mentre noi ci siamo indeboliti ,non controllando più quello che era necessario per rimanere padroni del nostro destino. Oggi ci accorgiamo di come dipendiamo da tutti per tutto. Bisogna ripensare le catene partendo da catene nazionali dove è possibile, catene europee dove non è possibile averle nazionali, friend-shoring – cioè paesi alleati – quando non è possibile averle europee e near-shoring cioè catene vicine quando non è possibile averle neanche con i paesi alleati. Ma bisogna controllare le catene di approvvigionamento. Altrimenti siamo in balia degli eventi. Questo è il nostro approccio. Ma non intendiamo fare da soli. Credo nei corpi intermedi. La politica deve avere il buonsenso di ascoltare e decidere ma anche l’umiltà di chiedere a chi vive ogni giorno i problemi. Aspettatevi di essere interpellati”, ha concluso la leader del partito che è uscito vincente dalle elezioni dello scorso 25 settembre.