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Fumo, Vittadini (Fond. Sussidiarietà): ‘Socialità come strumento d’informazione su riduzione’
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La striscia

(Adnkronos) – “Il pubblico deve capire innanzitutto che il proibizionismo, in qualunque tipo di situazione, non ha mai pagato. Primo perché non è giusto: un uso ridotto del fumo entro certi limiti può essere qualcosa di importante dal punto di vista della libertà. Secondo perché l’eccesso di intervento proibizionista ha sempre fallito perché la gente si è completamente svincolata da questi aspetti. Allora occorre considerare la riduzione del danno e, da questo punto di vista, dobbiamo riconoscere che questi nuovi metodi possono dare un contributo”. A dirlo è Giorgio Vittadini, presidente Fondazione per la Sussidiarietà, in occasione della presentazione del “1° Rapporto su fumo di sigaretta e prodotti senza combustione in Italia” realizzato dal Censis, con il contributo di Philip Morris Italia, che è stato presentato oggi a Roma. 

Per Vittadini, fondamentale è supportare i fumatori nella propria socialità per aiutarli a smettere: “Il fumo nasce sempre quando un uomo è lasciato solo, quando si trova in condizioni di stress e difficoltà ed è isolato. E quindi la compagnia è qualcosa che aiuta a ridurlo. Allora dobbiamo intervenire per permettere questa vita comune e questa possibilità è data dai corpi intermedi, dai luoghi in cui ci si ritrova”.  

Ma questo deve anche essere utilizzato come strumento di informazione. Osserva Vittadini: “Abbiamo visto dalla ricerca che metà delle persone smette di fumare o riduce soprattutto il fumo quando è consigliata da amici o parenti ma pensiamo cosa vorrebbe dire usare 4 milioni di volontari che vivono in mezzo alla gente per informare in modo preciso su cosa può comportare la cessazione dal fumo. Bisogna investire nel terzo settore e nelle società scientifiche come luoghi di ricerca e informazione che permetterebbero di avere questi risultati. Se poi questo arrivasse ad avere un intervento legislativo equilibrato, intelligente, allora avremmo ottenuto grandi risultati come altri Paesi hanno raggiunto, per esempio l’Inghilterra”, conclude. 

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