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COP15, cosa prevede l’accordo globale per invertire la perdita di natura
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La striscia

Con due anni di ritardo a causa della pandemia, oggi si è chiusa quindicesima Conferenza delle parti della Convenzione sulla biodiversità delle Nazioni Unite meglio conosciuta come COP15. Ed è stato approvato l’Accordo Globale per la Biodiversità, ora chiamato l’Accordo Kunming-Montreal.

Il testo del Global biodiversity Framework pubblicato oggi dalla Conferenza delle parti contiene l’importantissimo obiettivo 30×30, ossia l’impegno a proteggere e conservare il 30% del territorio  e degli oceani entro il 2030, obiettivo raggiunto dopo anni di dibattiti e contrattazioni. La Conferenza ha inoltre riconosciuto la necessità di affrontare il declino delle specie e intraprendere azioni di gestione urgenti per ridurre il rischio di estinzione entro il 2030. Positivo anche lo sforzo a livello finanziario, con l’impegno preso di aumentare il livello delle risorse finanziarie in modo sostanziale e progressivo, entro il 2030, mobilitando almeno 200 miliardi di dollari all’anno. Inserito anche il rispetto dei diritti delle popolazioni indigene.

Decisioni accolte con favore da tutti gli ambientalisti, anche se con qualche perplessità di merito. Il WWF commenta: “Troppe azioni necessarie per rendere tale accordo trasformativo sono state lasciate alla discrezione dei singoli Paesi. Se non verranno, ad esempio, adottate a livello nazionale politiche per la riduzione dell’impronta ecologica di produzione e consumo – uno dei principali fattori di degrado ambientale – i target dell’accordo non saranno sufficienti a raggiungere l’obiettivo lodevole di arrestare ed invertire la perdita di biodiversità entro il 2030. Sarà dunque fondamentale che, a livello nazionale, gli obiettivi globali si traducano nelle singole Strategie Nazionali per la Biodiversità, in modo da allineare tutti i piani affinché si raggiungano nei prossimi otto anni gli obiettivi prefissati dall’Accordo”

Sostanzialmente concorde la Lega Italiana Protezione Uccelli secondo la quale è “altrettanto fondamentale – interviene Claudio Celada, direttore Area conservazione della Lipu  – è che l’Europa approvi al più presto la proposta di legge per il ripristino della natura, la cosiddetta Restoration Law #RestoreNature di cui domani comincerà la discussione tra i ministri europei dell’Ambiente, tra cui il nostro Gilberto Pichetto Fratin. Si proceda con determinazione e urgenza. Il grave stato in cui versa la biodiversità lo impone come assoluta priorità”.

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