4.9 C
Rome
venerdì 24 Marzo 2023
Italiaambiente è partner di Adnkronos

Le anfore secondo Francesco Tava e Michele Bean
L

La striscia

(Adnkronos) – Partiamo da Trento, da quella Via Matteotti in cui ogni anno numerose anfore raggiungono le principali regioni vitivinicole mondiali. A raccontarci la produzione sarà proprio lui, Francesco, l’enfant prodige di Tava. 

Quale dovrebbe essere la funzione di un’anfora e che studi avete messo in campo per migliorarne il processo?

 In questi anni abbiamo dedicato molta attenzione allo studio del rapporto fra materiale ceramico e vino. Investiamo significative risorse nella ricerca e certificazione dei nostri vasi vinari, approfondendo tematiche fino ad ora mai considerate in enologia. Oltre a questo sforzo di ricerca raccogliamo presso la nostra sede esempi di vini provenienti dalle varie parti del mondo che hanno avuto l’anfora come contenitore. Nella nostra visione l’anfora deve permettere una vinificazione quanto più fedele alle uve. Quello che cerchiamo di fare è riuscire a non creare sovrastrutture o condizionamenti nel processo di vinificazione per consentire all’uva, al territorio ed al lavoro del viticoltore di arrivare nel bicchiere senza distrazioni. Accompagniamo questi processi attraverso una porosità controllata della parete ceramica, un’inerzia termica molto accentuata ed una serie di accorgimenti che rendono utilizzabile un’anfora all’interno di una moderna cantina. A raccontarci del suo impegno in Sirio, l’anfora che punta alle stelle, Michele Bean. 

Si legge spesso circa le origini e l’impiego di anfore nel mondo antico, ma come è cambiato questo contenitore al giorno d’oggi?

 L’anfora originale, quella fatta a mano in terracotta e cotta in forni a legna, ha attraversato il tempo ed ha accompagnato l’essere umano difendendo gli alimenti da intemperie, animali, parassiti, ecc.. Sono poi cadute in disuso quando si è visto che i barili di legno erano più leggeri, potevano rotolare nelle stive delle navi oltre a poter essere riparate in caso di danneggiamento. Per contro, nel caso della conservazione dei liquidi, il legno specie se nuovo ne cedeva il gusto, un gusto al quale negli anni le persone si sono abituate. La moderna tecnologia della ceramica sta cambiando tutto, acquisendo conoscenza in termini di ossigenazione e controllo delle cessioni per risultare il meno invadente possibile e quindi ricercare la “non” modifica del gusto, beneficiando in termini di risultato finale, quindi beva.  Leggi l’intervista a Francesco Tava e Michele Bean su Vendemmie. —winewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

FLASH

Le ultime

Pharming announces US FDA approval of Joenja® (leniolisib) as the first and only treatment indicated for APDS

(Adnkronos) - APDS (activated phosphoinositide 3-kinase delta (PI3Kδ) syndrome) is a rare and progressive primary immunodeficiency Joenja® is a targeted...

Forse ti può interessare anche