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venerdì, Aprile 19, 2024

Ucraina, Berlusconi: “Da premier non avrei parlato con Zelensky”
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La striscia

(Adnkronos) – "Da premier non avrei mai parlato con Zelensky". Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, dopo aver votato nel seggio di via Ruffini a Milano per le regionali in Lombardia si esprime così su Volodymyr Zelensky, presidente dell'Ucraina, e in generale sulla guerra con la Russia. "Io a parlare con Zelensky se fossi stato il presidente del Consiglio non ci sarei mai andato perché stiamo assistendo alla devastazione del suo Paese e alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili", dice Berlusconi, che esprime un giudizio negativo sul presidente ucraino: "Bastava che cessasse di attaccare le due Repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto, quindi giudico, molto, molto negativamente il comportamento di questo signore".  Secondo Berlusconi, "per arrivare alla pace il presidente americano dovrebbe prendersi Zelensky e dirgli 'è a tua disposizione dopo la fine della guerra un piano Marshall per ricostruire l'Ucraina'". Il leader di Forza Italia fa riferimento a "un piano Marshall di 6-7-8-9mila miliardi di dollari a una condizione: 'Che tu domani ordini il cessate il fuoco, anche perché noi da domani non ti daremo più dollari e non ti daremo più armi'. Soltanto una cosa del genere potrebbe convincere questo signore (Zelensky, ndr.) ad arrivare a un cessate il fuoco". 
ELEZIONI REGIONALI LAZIO LOMBARDIA – "Sono preoccupato per l'affluenza perché ho domandato agli addetti al voto e mi hanno detto che non hanno ancora raggiunto in questa sezione il 20%" dice. "Vorrei ricordare a tutti i cittadini di Lombardia e Lazio che il voto non è soltanto un diritto è anche e soprattutto un potere che da ai cittadini possibilità di scegliere da chi vogliono essere governati e quindi possibilità di decidere sul loro futuro. Chi non vota non è un buon cittadino, chi non vota non è un buon un buon italiano" aggiunge. "Spero che tutti i cittadini di Lombardia e Lazio vadano a votare e che questa percentuale di oggi si sposti vicino al cento. La scarsa affluenza è un male di per sé, anche per le conseguenze che provoca. Dentro di me ho ben chiaro il concetto che una democrazia è tale se la maggioranza dei cittadini va a votare. Se fosse un voto meno del 50%, cosa che non penso assolutamente succederà, siamo davvero una democrazia?" si chiede l'ex premier che alla domanda sul perché la gente non va a votare replica: "Non posso dirlo, il mondo è pieno di stupidi".  —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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