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giovedì, Aprile 18, 2024

A Roma ricerca artistica senza spazi, da Calopresti a Murgia l’appello al Comune di 300 intellettuali
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La striscia

(Adnkronos) – Lo stop ‘’brusco e inspiegabile’’ al progetto sulle arti performative alla Pelanda del Mattatoio, che in tre anni e mezzo aveva reso lo spazio a Testaccio un ‘’luogo di riferimento per il contemporaneo’’, la situazione di incertezza del Teatro di Roma e del Teatro India e l’assenza ad oggi di annunci su progetti e programmi ad hoc alimentano la visione di Roma come una città con sempre meno spazi per la ricerca artistica contemporanea. E’ l’atto d'accusa contenuto in una lettera al comune di Roma, firmata ad oggi da circa 300 tra artisti, accademici, direttori di Musei italiani e internazionali che chiedono al Campidoglio con ‘’quali logiche vengono interrotte operazioni di radicale rinnovamento culturale invece di creare continuità nella produzione artistica di qualità’’, ‘’quali saranno gli spazi dedicati alla formazione, al lavoro e alla ricerca artistica e performativa’’ ma soprattutto ‘’qual è, nella preoccupante situazione di stallo, la progettazione di politica culturale della città’’. Domande che ‘’necessitano di risposte urgenti, articolate e credibili nell'auspicio che da esse si generi un confronto costruttivo''.  Tra i nomi che hanno aderito all'iniziativa spiccano quelli dei Leoni d'Oro Alessandro Sciarroni e le artiste lituane di Sun Sea, artisti del calibro di Agrupacion Senor Serrano e Claudia e Romeo Castellucci, personalità del cinema italiano come Mimmo Calopresti, Maya Sansa, Roberta Torre, dell'editoria e del giornalismo come Nicola La Gioia, Michela Murgia, curatori e curatrici e direttori e direttrici di musei come Andrea Lissoni, Ilaria Bonacossa, Eva Fabbris, Filipa Ramos, Linda Di Pietro.  ''Negli ultimi tre decenni – si legge nella lettera che Adnkronos ha potuto visionare – negli spazi dell’ex Mattatoio di Testaccio a Roma – esempio di archeologia industriale fra i più importanti della Città – si sono susseguiti numerosi tentativi di attivazione a sostegno della ricerca artistica. Qui, negli spazi della Pelanda, in continuità con le attività portate avanti dai festival Short Theatre, Romaeuropa e Nuova Consonanza durante i mesi autunnali, ha preso forma, tra marzo 2019 e ottobre 2022, un centro interdisciplinare dedicato ai diversi linguaggi delle arti performative, installative e di video arte prodotto dall'Azienda Speciale Palaexpo. Un centro che, grazie a due edizioni del Master in Arti Performative, realizzato con l’Università Roma Tre e con l’Accademia di Belle Arti di Roma, a un programma di residenze di ricerca e produzione dal titolo “Prender-si cura”, a laboratori gratuiti per bambini e adulti, a tre edizioni del festival estivo “re-creatures”, a mostre e a installazioni ambientali, ha rappresentato un modello di integrazione fra formazione, ricerca e produzione artistica e di ideazione di diversi formati di presentazione e coinvolgimento del pubblico''. ''Attorno alla Pelanda in questi anni si è costituita una comunità di persone formata da artisti, spettatori, studiosi, studenti e bambini che ha contribuito a rendere questo luogo uno dei più fertili, della Città e del Paese, per il contemporaneo. In soli tre anni e mezzo di attività, infatti, la progettazione portata avanti alla Pelanda, grazie all’attivazione di ben quarantacinque residenze, ha permesso di produrre opere che ora circuitano in tutta Italia e all’estero; ha portato in scena spettacoli e performance mai presentati a Roma in precedenza; ha alimentato una formazione continua, diffusa e intergenerazionale, che ha permesso di ampliare, progressivamente e continuativamente, il bacino di utenza degli spazi e la ricaduta positiva sulla Città. Il progetto è stato capace di mettere in dialogo la scena locale con importanti realtà nazionali e internazionali della performance, in una cruciale logica di ecologia produttiva, tessendo collaborazioni, alleanze e co-produzioni, con istituzioni della Città – come l'Accademia di Belle Arti, l'Università Roma Tre, il Museo Macro, il Festival Short Theatre, la Quadriennale, il Teatro di Roma, il Goethe Institut Roma, l'Istituto Svizzero, l’Accademia Tedesca Villa Massimo, l’Accademia di Francia, l’Istituto Lituano di Cultura -, nazionali – come la Triennale di Milano, il Museo MAMbo di Bologna, Centrale Fies di Dro, Santarcangelo Festival, Biennale Gherdëina, OGR di Torino, Festival Lo Schermo dell’Arte Firenze -, internazionali come il Kunstenfestival des Arts di Bruxelles''. ''Oggi con preoccupazione rileviamo che questa progettualità si è bruscamente e inspiegabilmente arrestata, privando la Città e la comunità artistica di un prezioso spazio dedicato alla sperimentazione e alla creazione artistica e culturale interdisciplinare. L’ingiustificata interruzione del progetto sulle arti performative della Pelanda, che si affianca a una grave situazione di incertezza di altri spazi, come quelli del Teatro di Roma e in particolare del Teatro India, lascia un vuoto e contribuisce ad alimentare la visione di Roma come di una città incapace di mettere a sistema iniziative di produzione e formazione culturale avanzata e interdisciplinare, luoghi di residenza dedicati alla ricerca artistica contemporanea, una città incapace di rispondere alle esigenze delle comunità che la abitano – comunità che nell’ambito dell'arte contemporanea sono sempre più numerose, trasversali e appassionate''. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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