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Dalle regioni padane assalto a Bruxelles, no ai limiti sulla qualità dell’aria
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La striscia

“In Europa la politica italiana sta mettendo in campo un’inedita e preoccupante coalizione a scapito della salute dei cittadini. In gioco c’è la revisione della normativa europea sulla qualità dell’aria, in base alla quale l’Italia (e in particolare le regioni del bacino padano oltre a Lazio, Toscana, Liguria e Sicilia) è stata condannata dalla Corte Europea di Giustizia e ha ancora una procedura di infrazione aperta”. Lo fa sapere in una nota “Cittadini per l’Aria”, insieme a ISDE – Medici per l’Ambiente e all’Associazione Culturale Pediatri.

“L’appuntamento cruciale – spiegano – sarà il 24 Maggio, quando i governatori leghisti di Lombardia, Piemonte e Veneto sono attesi a Bruxelles per presentare una controproposta che consentirebbe loro di fare poco o nulla per cambiare la situazione attuale, mantenendo l’Italia fanalino di coda in Europa per quanto riguarda la tutela della salute umana, la protezione ambientale e la qualità dell’aria”.

I fatti

Dal 2021 la Commissione Europea, e di recente il Parlamento Europeo, i Governi nazionali e le associazioni ambientali e di tutela della salute, sono impegnate nel processo di revisione della Direttiva europea sulla qualità dell’aria, lo strumento base che regola la tutela dei cittadini europei dagli inquinanti dell’aria e l’azione degli Stati membri in quell’ambito.

La revisione è divenuta non rinviabile dopo la pubblicazione, nel settembre 2021, delle nuove Linee Guida sulla qualità dell’aria dell’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) delle Nazioni Unite, che indicano come i limiti oggi in vigore in Europa di molte misure più elevati delle soglie al di sopra delle quali i ricercatori hanno individuato un impatto certo dell’inquinamento sulla salute umana. Tale impatto si verifica in ogni fase della vita umana, dalla gestazione, quando può determinare alterazioni dello sviluppo del feto, fino agli ultimi anni di vita. Un carico di malattia e morte che la ricerca epidemiologica riconduce, per un numero infinito di patologie, alla cattiva qualità dell’aria.  

Secondo due studi appena pubblicati, l’inquinamento dell’aria ha non solo determinato un rilevante incremento dell’incidenza del tasso di infezione del COVID in Italia, ma ad esso è anche associabile l’8% della mortalità da Covid in Italia (124,346), pari quindi a circa 10.000 morti aggiuntive che sarebbero state evitate se la qualità dell’aria nel nostro paese avesse rispettato i limiti indicati dall’OMS.

“Da mesi – proseguono – proprio mentre il testo base della nuova direttiva pubblicato dalla Commissione Europea è in fase di analisi da parte del parlamento europeo, i funzionari lombardi, di stanza o dislocati in Belgio per l’occasione, sono impegnati in un’azione volta a riformulare la proposta di Direttiva, minandone il senso e affossando il livello di tutela dei cittadini e della loro salute. Tante le richieste irricevibili delle regioni italiane, tra le quali quella di trasformare i limiti imposti per legge ai vari inquinanti in semplici valori obiettivo, il che priverebbe di tutela larghe fasce di cittadini, rendendo allo stesso tempo impossibile perseguire le violazioni per via giudiziaria. Le principali proposte avanzate dalle regioni – che si riflettono negli emendamenti proposti da alcuni parlamentari europei affiliati ai governi regionali in questione – sono di ottenere flessibilità e di eliminare del tutto i limiti di legge per le concentrazioni degli inquinanti dell’aria, ottenendo così un quadro normativo fumoso e ricco di deroghe nell’ambito del quale sia sempre rinviabile un approccio serio al tema della qualità dell’aria in Italia. Il tentativo, da parte della regione Lombardia, di ostacolare uno sviluppo normativo che renderebbe inevitabili le politiche sino ad oggi omesse è purtroppo in linea con le scelte fatte fino ad oggi, che hanno costantemente promosso la sottovalutazione degli impatti dell’inquinamento sulla salute umana e teso al depotenziamento delle politiche atte a ridurlo (ad esempio favorendo l’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico ed ostacolando la circolazione dei veicoli inquinanti). 

La novità di questa fase di serrata discussione sulle nuove norme europee è che anche la regione Emilia Romagna ha deciso di affiancare l’azione lombarda in Europa. Preoccupa inoltre che anche un europarlamentare del PD, l’ex sindaco di Vicenza Achille Variati, abbia proposto in sede di revisione del testo della Direttiva due emendamenti molto simili a quelli proposti dalla Lega, nel silenzio e quindi con l’apparente assenso della delegazione del PD a Bruxelles. Nel silenzio dei principali media e nell’opacità del complesso processo di formazione delle leggi europee si consuma insomma un’inedita alleanza tra forze politiche che, almeno sulla carta, dichiarano di avere posizioni molto diverse su ambiente e transizione ecologica”.

I medici e i ricercatori sono chiari nel denunciare gli impatti potenziali che un allentamento ulteriore della normativa europea sulla qualità dell’aria avrebbe sulla salute di tutti, a partire dai più vulnerabili. “Le conseguenze per la salute di tutti della flessibilità e delle deroghe richieste non sono irrisorie. Si tratta di bambini che nascono prematuri e si ammalano di asma ed infezioni, adulti con problemi cardiorespiratori, persone che vivono meno e muoiono prima. Migliaia di casi per ogni anno. Elasticità e proroghe costano sofferenza e malattia” dice Francesco Forastiere, esperto epidemiologo italiano che ha contribuito alla stesura delle Linee Guida dell’OMS.

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