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Inchiesta autostrade, aumentano i prezzi e peggiorano i servizi: maglia nera all’A14
I

La striscia

Inchiesta autostrade di Altroconsumo: cantieri in aumento, continuano i disagi per gli automobilisti. Nuova indagine lungo 1.500km di autostrade italiane: situazione in peggioramento rispetto al 2021. Aumentano numero e frequenza dei cantieri. Punto di attenzione su corsie di emergenza e sicurezza. Superati 104 mila sostenitori alla class action per la mala gestione 2009-2021. 

In vista delle vacanze estive cresce sempre più la voglia di viaggiare e anche quest’anno le autostrade faranno parlare delle loro condizioni per i disagi imposti agli automobilisti. Viaggiare lungo alcune delle autostrade italiane ancora oggi vuol dire infatti andare incontro a numerosi disservizi, come dimostrano i nuovi dati dell’inchiesta di Altroconsumo. Nonostante gli sforzi, lo stato di salute della rete autostradale italiana non risulta ancora migliorato. Mentre il portafoglio piange. L’ufficialità è arrivata con una nota del Mit, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che quantifica i rincari. Rispetto allo scorso anno, viaggiare in autostrada costa nel 2023 il 2% in più e dal prossimo primo luglio il pedaggio aumenterà di un ulteriore 1,34%.

L’Organizzazione, tra il 3 e il 9 aprile 2023, è tornata a viaggiare attraverso l’Italia per monitorare la situazione, mettendola a confronto con quella riscontrata a maggio 2021. Seguendo lo stesso itinerario di due anni fa, Altroconsumo ha percorso 9 diverse autostrade italiane, per un totale di circa 1.500 km: di questi, quasi il 10% -ovvero 134 km – erano interessati da cantieri. 

In crescita sia il numero che la frequenza: se nel 2021 in media c’era un cantiere ogni 18 km, nel 2023, si incontra in media un cantiere ogni 12 km. Due anni fa erano stati in tutto 80 i cantieri rilevati in circa 1.500 km percorsi, mentre ad aprile di quest’anno il totale è salito a 117. In alcuni tratti autostradali, inoltre, i cantieri presentano una durata complessiva di più di un anno. Tra gli elementi più preoccupanti si segnala lo stato delle corsie di emergenza. Durante il tragitto sono stati rilevati lunghi tratti in cui queste ultime erano chiuse a causa di lavori. Ben 106 i tratti inagibili, per un totale di 120 km di corsie di emergenza inaccessibili dove è quindi impossibile fermarsi, in caso di necessità. In alcune zone si rileva la loro totale assenza; in altre, sono le piazzole per la sosta a non poter essere usufruite. 

Ma quali sono le tratte peggiori? Sulla A1 Milano-Bologna, Altroconsumo ha viaggiato per circa 10 km senza corsia di emergenza incontrando 13 cantieri su un totale di 180 km. La A14 Bologna-Pescara è sicuramente una delle tratte più problematiche incontrate durante il viaggio: per quasi 360 km si contano 30 cantieri (in media uno ogni 12 km) per un totale di circa 34 km interessati da lavori stradali. Da Bologna a Pescara la corsia di emergenza era chiusa per quasi 28 km. La situazione più critica si riscontra nel tratto che collega le Marche e l’Abruzzo: su 150 km di autostrada quasi 17 si percorrono su un’unica corsia.  Giungendo alla A24 e la A25, sono 10 i cantieri in 200 km e si viaggia per quasi 7 km su una sola corsia e per 6,5 km senza corsia di emergenza. Di ritorno sulla A1, tra Roma e Firenze i cantieri erano 26, distribuiti in soli 24 km, durante i quali la corsia di emergenza era chiusa.  Lungo la A12 Viareggio-Genova, in poco più di 80 km di autostrada erano i 4 cantieri rilevati. L’ultima parte del viaggio, da La Spezia a Milano, Altroconsumo ha percorso due autostrade: la A12 Viareggio Genova verso nord e la A7 Genova-Milano: 11 i cantieri trovati lungo la prima tratta per un totale di circa 16 km; qui si viaggia in un’unica corsia con salti di carreggiata per lunghi tratti, anche all’interno delle gallerie e viadotti, e una velocità massima di 60 km orari. Infine, la A7 da Genova a Milano, è stato il tratto peggiore. Su 120 km circa 39 erano interessati da 19 cantieri: il 32% del totale.

“Cantieri in aumento, restringimenti e conseguenze importanti su traffico e sicurezza: ecco a cosa hanno portato i disinvestimenti nella manutenzione da parte di Autostrade dal 2009 al 2018. L’inversione di marcia intrapresa dalla nuova gestione, per quanto apprezzabile, si confronta ancora con la pesante eredità del passato. Cosicché i mancati interventi di ieri finiscono per comportare, oggi, un effetto accumulo lungo la rete e forti ripercussioni sugli utenti. Insomma, la strada è imboccata ma c’è ancora molto da fare.” afferma Federico Cavallo, Responsabile Relazioni esterne di Altroconsumo. “Sappiamo che recuperare il tempo perso porta all’apertura di nuovi cantieri i quali, se da un lato sono assolutamente necessari e vanno conclusi presto e bene, dall’altro finiscono inevitabilmente per creare maggiori disagi alla circolazione.” – spiega – “Una situazione solo in apparenza paradossale, quindi, che nasce da lontano. Proprio la mala gestione precedente aveva spinto, infatti Altroconsumo a lanciare una class action che conta ad oggi oltre 104 mila partecipanti: automobilisti che chiedono un ristoro dei disagi subiti fino al 2021 a causa della mancata o scarsa pianificazione degli interventi di manutenzione e della conseguente riduzione della qualità del servizio. Numeri importanti, questi, che dimostrano quanto ampia e forte sia la domanda espressa dai cittadini.”

“Auspichiamo che gli sforzi attuali, nonostante i disagi ancora presenti, possano portare presto al miglioramento effettivo della rete autostradale di Aspi, consentendo di chiudere finalmente col passato e guardare al futuro. Necessità non più rimandabile, questa, che deve però chiamare altrettanto in causa tutti i gestori, le Istituzioni e la Politica: tanto più in un momento in cui, tra incertezze sui fondi PNRR e nuovi progetti annunciati, l’attenzione deve rimanere alta innanzitutto nei confronti di chi, saltuariamente come ogni giorno, viaggia sulle autostrade italiane e merita di farlo con qualità e in sicurezza” conclude Cavallo

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