(Adnkronos) – "In Italia, negli anni, ci sono stati molti 'cultori' del debito pubblico, convinti che si trattasse di un pozzo dal quale ricavare risorse economiche da distribuire; ma il debito pubblico non è un pozzo senza fondo, purtroppo lo si deve pagare. Dunque il contenimento della spesa pubblica e del debito pubblico sono la prima riforma da fare". Così il presidente dell'Abi Antonio Patuelli in un incontro con il presidente di Assilea Carlo Mescieri al Salone del Leasing in corso a Milano. "Noi -spiega Patuelli- abbiamo avuto alle spalle 20 anni di euro con dieci anni di tassi vicini allo zero; purtroppo, specie in questi dieci anni, è stata persa l'occasione di ridurre il debito pubblico quando costava poco ed era più facile ridurlo. Ora siamo in una condizione in cui non solo l'Italia, ma anche molti altri Paesi europei durante la pandemia lo hanno aumentato. L'Italia partiva da un debito più alto, di conseguenza oggi si trova con un debito pubblico accresciuto e con costi accresciuti per mantenerlo perché nel frattempo sono intervenuti inflazione ed aumento dei tassi". E allora, oltre al contenimento della spesa pubblica e del debito pubblico, servono anche altre riforme, sempre per cercare di ridurre il debito pubblico: "Sono le privatizzazioni di tutto ciò che non è essenziale per la tutela civile economica e sociale dei diritti dei cittadini -avverte il presidente dell'Abi-. E non per favorire la spesa pubblica, ma per ridurre il debito pubblico. Perché le privatizzazioni, senza la riduzione del debito pubblico, è come chi si mangia il capitale per pagare gli interessi, non vanno in una direzione di risoluzione". —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)