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Eurispes, un terzo degli italiani paga in nero alcuni servizi, 37,6% rinuncia a baby sitter
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La striscia

(Adnkronos) – Per far fronte alle difficoltà economiche molti italiani chiedono un sostegno finanziario alla famiglia di origine o sceglie di acquistare a rata. Ma non solo. Un terzo degli italiani paga in nero alcuni servizi. E' quanto emerge dal rapporto Italia dell'Eurispes. Di fronte alle difficoltà economiche, per ottenere liquidità il 32,1% degli italiani intervistati ha chiesto sostegno finanziario alla famiglia di origine; il 17,2% è ricorso al sostegno di amici, colleghi e altri parenti; il 16% ha richiesto un prestito in banca, mentre il 13,6% ha dovuto chiedere soldi in prestito a privati (non amici o parenti) non potendo accedere a prestiti bancari, una nicchia dove chiaramente può essersi insinuata l’usura; inoltre, il 27,5% degli italiani ha ottenuto liquidità mettendo in vendita beni o oggetti su canali di compravendita on line, tipo E-Bay, Vinted, aste online, ecc. e il 15,3% ha dovuto vendere o ha perso beni come la casa o l’attività commerciale/imprenditoriale. Si acquista a rate, spesso su piattaforme online a interessi zero. Per affrontare l’acquisto di nuovi beni il 42,7% ha optato per la rateizzazione dei pagamenti e fra le opzioni di rateizzazione, il 21,3% ha scelto piattaforme on line che offrono servizi finanziari senza interessi (ad esempio Klarna, Scalapay, ecc.).  Sul fronte dei pagamenti il 24,8% ammette di aver pagato le bollette con forte ritardo, il 22,1% ha avuto ritardi nel pagamento delle tasse, il 18,5% è stato in ritardo/arretrato con le rate del condominio e il 14,9% ha saldato in ritardo i conti presso commercianti/artigiani. Inoltre, osserva Eurispes, un terzo degli italiani paga in nero alcuni servizi. Il bisogno di risparmiare ha spinto il 33,6% degli italiani infatti a pagare in nero alcuni servizi come ripetizioni, riparazioni, baby sitter, medici, pulizie, ecc., il 37,6% ha dovuto rinunciare alla baby sitter e il 24,3% alla badante. Il 14,6% dei rispondenti ha noleggiato abiti e accessori in occasione di feste o cerimonie, e l’11,7% è tornato a vivere in casa con la famiglia d’origine. Le rinunce toccano anche la salute. La necessità di ridurre le spese comporta spesso, oltre alla messa in atto di strategie per risparmiare e ottenere liquidità, anche alla rinuncia a spese importanti di carattere sanitario, in alcuni casi anche essenziali per la salute. Poco meno di un italiano su tre ha rinunciato a cure/interventi dentistici (29,5%), a controlli medici periodici/preventivi (28,7%) e a trattamenti/interventi estetici (28%). Il 23,1% ha rinunciato a visite specialistiche per disturbi o patologie specifiche, il 17,3% a terapie/interventi medici e il 15,9% all’acquisto di medicinali.  —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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