Nel comune di Montelanico e Carpineto Romano, in provincia di Roma, è in corso un piano di abbattimento di bovini ed equini che sta suscitando forti polemiche. Gli animali vengono uccisi a colpi di arma da fuoco, nell’ambito di un intervento voluto e finanziato dalla Regione Lazio per il contenimento della fauna. La scelta di adottare un simile piano ha generato un acceso dibattito, con diverse voci contrarie che denunciano la brutalità delle operazioni e sollevano dubbi sulla legittimità e l’efficacia dell’approccio adottato.
Secondo quanto riportato dalle autorità regionali, l’abbattimento è giustificato da ragioni di sicurezza pubblica. Il piano si inserisce in un contesto di gestione di animali “inselvatichiti”, che, secondo la Regione, rappresentano un pericolo per la circolazione e l’incolumità delle persone. Tuttavia, diversi residenti dei comuni coinvolti hanno sottolineato un aspetto che potrebbe aver contribuito ai disagi: la via Carpinetana, che collega Montelanico e Carpineto Romano, è priva di illuminazione pubblica, condizione che, secondo loro, avrebbe favorito numerosi incidenti stradali negli ultimi anni.
Alcuni cittadini locali riferiscono che la mancanza di adeguata illuminazione e di misure di sicurezza stradale siano la causa principale dei disagi, e non tanto la presenza degli animali. In questo contesto, gli abbattimenti sono visti da alcuni come una risposta eccessiva, che non affronta alla radice le problematiche legate alla sicurezza viaria.
Le immagini che stanno circolando, che ritraggono animali feriti o uccisi brutalmente a colpi di fucile, hanno suscitato indignazione tra le associazioni animaliste, ma anche tra molti cittadini. Questi ultimi lamentano il fatto che l’operazione non venga percepita come una gestione razionale e mirata del territorio, ma come un’azione drastica che non rispetta gli standard etici e di benessere animale previsti dalla legge.
Piera Rosati, presidente di LNDC Animal Protection, ha definito l’operazione una “barbarie istituzionalizzata”, criticando la Regione Lazio per aver scelto un intervento che, secondo lei, si limita a eliminare il problema senza cercare soluzioni alternative. Rosati ha proposto, in alternativa, un piano che preveda il recupero degli animali attraverso strutture di accoglienza e riabilitazione, un’opzione che, secondo lei, sarebbe più rispettosa della vita e più conforme ai principi di tutela del benessere animale.
L’associazione animalista ha inoltre annunciato di aver già avviato un ricorso al TAR del Lazio contro la delibera regionale che ha autorizzato l’abbattimento, chiedendo la sospensione urgente delle operazioni in corso. L’udienza del ricorso è fissata per il 3 dicembre 2025. In attesa della decisione, LNDC Animal Protection ha chiesto la revoca dei fondi destinati ai Comuni di Montelanico e Carpineto Romano e l’apertura di un tavolo tecnico per discutere misure alternative.
Nel frattempo, la Regione Lazio continua a difendere la propria scelta, sostenendo che l’intervento è necessario per tutelare la sicurezza pubblica. Tuttavia, resta aperto il dibattito sull’efficacia di questa operazione e sulle alternative possibili per risolvere il problema degli animali abbandonati e in fuga senza ricorrere a misure estreme come gli abbattimenti.
Il caso di Montelanico e Carpineto Romano rimane quindi al centro di una discussione che coinvolge aspetti di sicurezza, benessere animale e gestione del territorio, con posizioni contrastanti tra chi chiede misure più umane e chi sostiene che l’intervento deciso dalla Regione sia l’unica soluzione praticabile per garantire la sicurezza.

