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Trivelle nel Salento, arrivano gli spari degli air-gun: “Istituire area protetta”
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A destare preoccupazione sono le tecniche utilizzate che potrebbero avere ripercussioni negative sulla fauna e sulla flora marina presenti: l’air-gun infatti ispeziona i fondali marini attraverso spari fortissimi e continui di aria compressa.

La striscia

Per arrestare il continuo assalto al mare della Puglia la strada da percorrere è istituire al più presto un’area marina protetta nel Golfo di Taranto per la salvaguardia dei cetacei e l’Area Marina Protetta Otranto-Leuca, per i sistemi costieri e i coralli bianchi, tentando di arginare le trivelle.

E’ la proposta avanzata da Marevivo, Fondazione Univerde e Ambiente Puglia in seguito all’ennesimo ok dato, nei giorni scorsi, alla ricerca di idrocarburi a largo di Santa Maria di Leuca, meta turistica tra i fiori all’occhiello della Puglia.

“Basta ostinarsi con lo sfruttamento dei giacimenti e sperperare le vere ricchezze non solo della Puglia, ma dell’intero nostro Paese, cioè biodiversità, cultura, turismo, pesca sostenibile, tutto quanto le trivellazioni in mare mettono a rischio, – commenta Rosalba Giugni, presidente di Marevivo, sul via libera nel basso Salento alle prospezioni con l’air gun accordato alla società petrolifera Global Med LLC. – Per difendere il Golfo di Taranto dal rischio air gun, lo scorso dicembre abbiamo raccolto oltre 45mila firme consegunate al presidente Emiliano e oggi siamo fortemente preoccupati per questo ennesimo fronte da contrastare”.

A destare preoccupazione sono le tecniche utilizzate che potrebbero avere ripercussioni negative sulla fauna e sulla flora marina presenti: l’air-gun infatti ispeziona i fondali marini attraverso spari fortissimi e continui di aria compressa. “La ricerca di combustibili fossili nei fondali del nostri mari – dice Ferdinando Boero, professore di Zoologia e Biologia Marina all’Università del Salento e vicepresidente di Marevivo – contrasta con la politica di decarbonizzazione tesa a contrastare il cambiamento climatico. Chiediamo coerenza!”

Alfonso Pecoraro Scanio ha annunciato il sostegno della Fondazione Univerde dichiarando: “Le trivellazioni sono dannose ai nostri mari ma anche in palese contraddizione con gli impegni assunti con l’Accordo di Parigi per il superamento dei combustibili fossili. Le aree marine protette serviranno a confermare la priorità di turismo sostenibile e ambiente per la Puglia e l’Italia”.

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