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Sostituzione della caldaia: perché procedere il prima possibile e quali sono gli incentivi
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La striscia

Lo scorso 11 febbraio, il Parlamento Europeo, ha dato il via, con 49 voti favorevoli, 6 astensioni e 18 contrari, ai lavori di revisione della cosiddetta direttiva per le case green finalizzata a raggiungere, entro e non oltre il 2050, le emissioni zero per il settore edilizio. Uno step precedente a tale traguardo sarà il raggiungimento della classe energetica E per tutti gli immobili a destinazione residenziale entro il 2030 e della D entro il 2033.

Tra i passaggi che l’Italia deve compiere rientra la cessazione delle agevolazioni riservate all’installazione di caldaie alimentate a combustibili fossili. Già adesso, con l’ecobonus, è possibile usufruire di incentivi fiscali a fronte dell’installazione di caldaie a basso impatto ambientale.

Il rinnovo dello status quo, quindi, renderebbe comunque la situazione del nostro Paese in linea con quella UE. Lo schema delle classi energetiche prevede già che, in caso di presenza di caldaie a gas, si parli di una declassificazione dell’immobile, alternativa non certo funzionale alla sua valorizzazione.

In vista del traguardo del 2050, diventa quindi sempre più importante sostituire eventuali caldaie a gas con sistemi maggiormente sostenibili. Chi, per esempio, dovesse decidere oggi di installare una caldaia condensazione, potrebbe usufruire della detrazione dall’imponibile Irpef del 50% delle spese sostenute per interventi di ristrutturazione semplice.

Necessario è che il nuovo impianto sia di classe non inferiore alla A. L’ammontare massimo di spesa è invece pari a 30.000 euro.

L’agevolazione fiscale dell’ecobonus sale al 65% nel caso in cui, assieme alla caldaia a basso impatto ambientale di classe minima A, si dovessero installare anche sistemi di termoregolazione appartenenti alle classi comprese tra la V e la VII. Questi ultimi devono essere adibiti al controllo della temperatura dell’acqua.

I tempi della direttiva UE

I tempi di Bruxelles prevedono che, una volta approvata la direttiva, i Paesi membri abbiano due anni per recepirla. Immaginando una possibile approvazione nei mesi estivi, la deadline corrisponderebbe al 2025. A partire da quel momento, non sarà più possibile, in Italia, installare caldaie alimentate con combustibili fossili.

Semaforo verde, invece, per le caldaie che funzionano con idrogeno, per gli impianti a biometano e per le soluzioni ibride come la già citata caldaia a condensazione e le pompe di calore.

Le previsioni per il futuro

Le caldaie a gas, ormai, fanno parte del passato. C’è chi parla, infatti, di un divieto di vendita che dovrebbe diventare realtà a partire dal 2029. Prima di questa data, dovrebbe arrivare un ulteriore punto di svolta, ossia il loro declassamento nelle etichette in cui vengono specificate le rese energetiche dei vari impianti.

Per ora, il piano che la Commissione UE ha messo a punto non è orientato agli imperativi categorici. Si parla di linee guida e non di norme ufficialmente approvate da Bruxelles, che sta lavorando a una legge ad hoc.

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