(Adnkronos) – La 2013 di Dom Pérignon – presentata pochi giorni fa a Londra con un prezzo consigliato di oltre 200 sterline -, è figlia di un’insolita vendemmia tardiva in un decennio dalle temperature in costante crescita. Mentre i vigneron di tutto il mondo fanno i conti con gli effetti del cambiamento climatico e con vendemmie anticipate, la stagione 2013 per Dom Pérignon è stata una delle rare occasioni della storia recente in cui la maggior parte delle uve sono state raccolte nel mese di ottobre, come era accaduto anche nel 2004. “La 2013 è un'annata che ormai sembra un classico, ma è stata un'eccezione, perché era una vendemmia di ottobre, e forse l'ultima che avremo; è ‘l'ultimo dei Mohicani’ -, ha dichiarato a The Drinks Business Vincent Chaperon, maestro di cantina Dom Pérignon – il 2013 non è un vino così semplice come si potrebbe pensare: è un mix di un'annata di vendemmia tardiva con la concentrazione che deriva da un'estate calda e molto secca. Ci regala due grandi caratteristiche: concentrazione, perché è stato caldo e secco, e freschezza, perché la vendemmia tardiva ha significato raccogliere in condizioni in cui la temperatura e la luce del sole erano più basse, permettendo di mantenere un'acidità elevata". Che sia dunque l’ultima annata della sua specie e che siamo destinati ad abituarci a differenti andamenti anche per quanto riguarda l’iconico Dom Pérignon? O che sia invece una trovata di marketing per aumentare la domanda negli appassionati collezionisti, aumentando di conseguenza, fin da subito, anche il valore della nuova etichetta? La risposta sta nel futuro del pianeta, nell’andamento dei cambiamenti climatici e naturalmente delle richieste dei mercati. Fermo restando che il generale innalzamento delle temperature globali con ritmi così elevati, cambierà rapidamente i connotati di molti vini, ivi comprese anche alcune etichette iconiche. Adnkronos – Vendemmie
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