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Come nuovo l’antico portale del Bioparco (tra leoni e teste di elefante)
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La striscia

L’Assessore all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti di Roma Capitale Sabrina Alfonsi ha inaugurato ieri il portale monumentale del Giardino zoologico di Roma, a conclusione dell’intervento di restauro, insieme alla Presidente della Fondazione Bioparco Paola Palanza. L’ingresso monumentale, originariamente inaugurato il 5 gennaio 1911, è stato riportato agli antichi splendori grazie ad un accurato restauro conservativo curato e finanziato dal Dipartimento capitolino Tutela Ambientale, sotto la supervisione della Soprintendenza Speciale di Roma e la Sovrintendenza capitolina.

Il portale presentava elementi di forte degrado dovuti agli agenti atmosferici e all’azione corrosiva dell’accumulo di polveri. Il risanamento conservativo ha interessato l’intero complesso monumentale e ha comportato interventi di particolare complessità, come la fedele ricostruzione di parti mancanti di alcune statue, ad esempio nel caso del cacciatore dei coccodrilli o del cacciatore di aquile. Anche le statue del leone, della leonessa e le due teste di elefante sono state completamente restaurate. Si è trattato di un restauro ecocompatibile poiché per l’eliminazione di muschi e muffe sono stati utilizzati biocidi a base di olii essenziali, prodotti di distillazione delle piante aromatiche, atossici per gli operatori e per l’ambiente. 

L’intervento ha avuto una durata di otto mesi.

“Abbiamo voluto finanziare e curare questo restauro per restituire alla città in tutta la sua bellezza il portale del Bioparco, il giardino zoologico più antico d’Italia, visitato ogni anno da centinaia di migliaia di romani e turisti. Un’istituzione che svolge un’importante attività di conservazione e di ricerca scientifica, in collaborazione con una vasta rete di enti di ricerca italiani e internazionali. Un’attività scientifica di altissimo livello che ha portato il Bioparco al centro delle cronache internazionali con eventi di eccezionale rilievo come la nascita di Kala, la cucciola di tigre di Sumatra, una specie minacciata dall’estinzione. A questo si affianca un prezioso lavoro di educazione e sensibilizzazione sui temi della biodiversità, del rispetto degli animali e della tutela dell’ambiente, sul quale abbiamo costruito un rapporto di costante collaborazione. Un rapporto che intendiamo rafforzare con iniziative e progetti rilevanti come la realizzazione del ‘Sentiero della biodiversità’, un progetto che ha l’obiettivo di riqualificare il patrimonio vegetazionale e ambientale di un’area di circa due ettari all’interno del Bioparco dove si prevede di creare una foresta tropicale con piante e specie animali tipiche di questo habitat”, ha dichiarato l’Assessora Alfonsi.

La Presidente Palanza, nel sottolineare l’importanza dell’intervento di restauro, esprime un “sincero ringraziamento a Roma Capitale e All’assessorato Ambiente per l’attenzione ed il costante sostegno alle azioni di tutela della biodiversità che la Fondazione Bioparco porta avanti, attraverso molteplici iniziative, grazie alla dedizione e all’entusiasmo di tutto il personale”.

LA STORIA • Il monumentale ingresso al Giardino Zoologico venne realizzato a partire dal 1909 su disegno di Armando Brasini (1879-1965), architetto e urbanista italiano tra i più noti dei primi del Novecento, e Giulio Barluzzi (1878-1953) architetto ed ingegnere. Venne poi inaugurato, insieme all’intero complesso dello Zoo, il 5 gennaio del 1911, nell’ambito delle iniziative dell’Esposizione Internazionale per il cinquantenario dell’Unità d’Italia. Nel portale si fondono Antico, Rinascimento e Barocco. Sono presenti due padiglioni simmetrici composti da una forte e articolata volumetria a cui si oppone, con un ricercato contrasto, la leggerezza dell’elegante cancellata ispirata a motivi decorativi seicenteschi. Lo slancio verticale dei padiglioni è completato dai gruppi scultorei composti da uomini in lotta con animali pensati per esaltare, oltre la balaustra, la verticalità delle colonne binate. Due teste di elefante scolpite nelle chiavi degli arconi di accesso ai due vestiboli conferiscono un carattere esotico e fantastico al complesso, in sintonia con il clima del tempo. Ad eseguire le statue umane e animali che si ergono sul colonnato fu lo scultore calabrese Vincenzo Romeo (1878-1942).

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