Il Ceta: tutti lo vogliono, nessuno ne parla ma piace a pochi

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La senatrice Colomba Mongiello : discriminato anche il San Marzano…e lo spettro del glifosato.

Roma – Il Senato, al termine della seduta di venerdì, ha rimandato al 27 giugno la fine della discussione e l’eventuale approvazione degli accordi Ceta.

Ciò significa che, magari con qualche zuccherino per gli italiani, la ratifica passerà. Anche perché la sua importanza risulta offuscata dal clamore dei ballottaggi per i sindaci e dal fumus della discussione parlamentare sul cosiddetto “ius soli”.

Il Ceta, più semplicemente l’accordo commerciali UE-America del Nord, considerato stimolo innovativo di scambi, grande mercato per le esportazioni europee, nuovo modello di riferimento per creare lavoro e crescita, sembra però che non vada a genio a molti.

Il Presidente Gentiloni al tempo del recente G7 li aveva presentati così:

“Eppur si muove. L’Europa fa un passo avanti verso il #Ceta con il Canada e dimostra che ha un ruolo da svolgere contro i protezionismi”. Ieri l’altro in Senato, nel corso della discussione la senatrice Colomba Mongiello, vice presidente della commissione inchiesta sulla contraffazione e prima firmataria dell’interpellanza urgente in cui si chiede al ministro delle politiche Agricole Martina di sanarne le anomalie, ha affermato:.

“…Con Il Ceta andrebbero in fumo tutti i percorsi di lotta alla contraffazione e all’italian sounding messi in atto finora. D’altra parte, nei mesi scorsi, da più parti si era levato un coro di protesta, purtroppo mentre il Ceta approdava in Parlamento senza il dovuto clamore. Una riflessione è d’obbligo, adesso anche alla luce di questa discriminazione verso una serie di prodotti italiani che vanno dal pistacchio di Bronte al pomodoro San Marzano…Il Ceta, approvato a Bruxelles, in attesa della ratifica dei Parlamenti nazionali, prevede la tutela di 69 DOP e IGP, sulle 367 registrate in Italia. Di queste appena 5 sono quelle meridionali. …Mentre il Ceta e lo spettro del glifosato è stato oggetto di una protesta molto aspra da parte dell’opinione pubblica, seppur poco mediatica…”.

Il bollettino dei Verdi del Sole che ride titola:

Il CETA arriva al Senato, ma nessuno ne parla: ecco perchè l’Italia deve dire NO. La lotta non si ferma qui. Ed indica almeno quattro ragioni che vanno dalla protezione dell’impresa economica all’aspetto finanziario, all’arbitrato, una sorta di tribunale privato, all’impatto ambientale. E secondo i Verdi Europei esiste ancora la possibilità di bloccare il Ceta.

La discussione in Senato riprenderà martedì 27 giugno e vedremo se l’aspettativa del Sole che ride sarà soddisfatta.