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giovedì, Marzo 28, 2024

La farfalla di San Piero vola dall’Elba a Southampton
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Presto interventi minimi per migliorare i siti di Aristolochia e sviluppare una popolazione più grande di Zerynthia Cassandra.

La striscia

Elena Livia Pennacchioni
Elena Livia Pennacchioni
Vedo il mondo da 1 metro e 60, l'altezza al garrese del mio Attila. Sono l'addetta stampa della biodiversità, romana di nascita e veronese d'adozione, ma con il cuore ha in Umbria. Scrivo di animali, piante e qualche volta di come l'uomo riesce a salvarli!


Quella che è stata battezzata la farfalla di San Piero (la Zerynthia Cassandra elbana) e l’esperienza del Santuario delle Farfalle Ornella Casnati dell’Isola d’Elba saranno protagoniste del simposio 2018 della Butterfly Conservation Unit che si terrà dal 6 all’8 aprile alla Southampton University, in Gran Bretagna, uno dei più importanti appuntamenti scientifici mondiali sui lepidotteri.

Infatti, un team di ricercatori del Dipartimento di biologia dell’università degli studi di Firenze (Ghisolfi, Bordoni, Cini, Lazzaro, Negroni, Benetello, Platania, Coppi, Foggi, Dapporto) presenterà a Southampton la ricerca “Identifyng the optimal host plant features to preserve an endangered insular population of Zerinthia Cassandra – Identificazione delle caratteristiche ottimali delle piante ospiti per e caratteristiche ottimali per preservare una popolazione insulare minacciata di Zerinthia Cassandra”.

LA FARFALLA DI SAN PIERO – Nell’abstract della ricerca inviato al simposio 2018 della Butterfly Conservation Unit dai ricercatori toscani si sottolinea che «Zerynthia polyxena è una specie di farfalla inclusa nell’annesso IV della direttiva habitat. La decisione si basa sul fatto che gli ambienti in cui crescono le poche specie di Aristolochia di cui questa farfalla si nutre sono in forte riduzione. Le popolazioni dell’Italia peninsulare rappresentano una specie distinta, Zerynthia cassandra, uno dei più importanti endemismi Italiani tra le farfalle. La Cassandra vive in due sole isole, l’Elba e la Sicilia, dove mostra linee genetiche distinte che a loro volta rappresentano quindi popolazioni endemiche. La popolazione elbana è ad alto rischio di estinzione poiché vive in una piccola area di circa 4 km quadrati soggetta a frequenti incendi e in gran parte fuori dal perimetro del Parco Nazionale».

Il team di biologi dell’università di Firenze spiega che «In quest’area crescono due specie di Aristolochia (Aristolochia rotunda e Aristolochia lutea). Le due piante preferiscono situazioni ambientali diverse tra quelle che si trovano in quest’area: macchia mediterranea, campi abbandonati, prati e margini di boschi di pino. Lo scorso anno sono stati portati avanti studi di campo per definire l’estensione esatta della popolazione elbana di Cassandra. Inoltre sono state identificate le caratteristiche delle piante ospiti e dei vari siti (stato vegetativo, irraggiamento, esposizione, distanza tra piante) che rendono possibile la deposizione delle uova e la crescita delle larve. I dati raccolti mostrano che le due specie di piante apportano un simile contributo nutrizionale e che la possibilità di ospitare larve dipende da una complessa combinazione di irraggiamento, stato vegetativo delle piante e vicinanza tra le medesime».

E’ da qui che parte un’ulteriore fase dei progetti legati al Santuario delle farfalle Ornella Casnati dell’Isola d’Elba, con interventi che verranno attuati nelle prossime settinane. I ricercatori spiegano ancora: «Questi risultati rendono possibile l’individuazione di interventi minimi, mirati a migliorare i siti di Aristolochia già esistenti per renderli ottimali allo sviluppo di una più grande popolazione di Zerynthia. L’intervento individuato sarà quello di ripulire il margine dei sentieri nei siti in cui già esistono piante di Aristolochia coperte da una fitta vegetazione di rovi, cisti o altri arbusti. Questa azione aumentarà l’esposizione al sole di queste piante rendendole disponibili alla deposizione delle uova. L’operazione dovrà svolgersi nei mesi invernali del 2018 nelle settimane precedenti allo sviluppo delle piante e al volo delle farfalle».

Insomma, la “farfalla di San Piero” sta continuando a suscitare grande interesse scientifico e le iniziative e gli studi scaturiti dal Santuario delle farfalle e dal sostegno dato alla ricerca da Legambiente e Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano hanno portato a importanti scoperte scientifiche che potrebbero consentire di salvaguardare specie e sottospecie rare e il mondo della ricerca internazionale è sempre più interessato e affascinato da un endemismo insulare elbano e dalla sua misteriosa vita, delle quali non si sapeva niente prima che venisse scoperta la farfalla di San Piero.

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